In questi giorni i mezzi d’informazione si sono riempiti di interventi relativi alla legge regionale per l’elezione del Presidente e del Consiglio regionale dell’Abruzzo, con argomentazioni sovente inesatte, parziali, talvolta anche faziose laddove le prescrizioni legislative non coincidevano con le attese di singoli personaggi, ovvero di un partito o di una coalizione. Molti si sono improvvisati giuristi e legislatori. Un po’ come accade per i mondiali di calcio: tutti ci sentiamo direttori tecnici della nazionale!
Ciò mi ha indotto a scrivere questo breve inciso – quale componente della commissione consiliare che ha predisposto il testo legislativo – non per aggiungere un’ulteriore interpretazione delle norme in questione, quanto piuttosto per rimarcare il valore complessivo di una legge che aveva mosso i suoi primi passi molti anni (e legislature) fa, a seguito delle importanti riforme introdotte dalla legge costituzionale n. 1 del 1999.
E’ stato un itinerario lungo, delicato, attento, finalmente portato a termine nelle sedi istituzionali consiliari con metodo assolutamente democratico, di confronto dialettico tra le parti e con spirito altamente positivo.
E’ pur vero che nessuna legge, di qualsiasi rango, potrà mai autodefinirsi perfettamente esaustiva, essendo sempre soggetta alle modifiche che le scuole di pensiero e la storia necessariamente imporranno; ma è una condizione generale che non intacca il buon impianto di questa legge elettorale. Essa presenta i caratteri di universalità e di astrattezza (cioè non intesa a favorire o agevolare questa o quella fazione politica) tipici di ogni autentica norma giuridica; rispetta pienamente i principi di democraticità, rappresentatività territoriale, governabilità dell’Ente e contemporanea tutela delle minoranze per l’esercizio istituzionale dell’azione legislativa; è corretta nel determinare i criteri di applicazione: ad es. sulle soglie di sbarramento per i gruppi politici (in coalizione o in via autonoma), sulla inderogabilità del numero totale dei componenti il Consiglio (rispettando il rapporto generale tra maggioranza e minoranze) e della loro ripartizione circoscrizionale, sul metodo di attribuzione dei seggi alla coalizione vincente – unitariamente intesa – e a ciascun gruppo di liste delle minoranze, singolarmente considerato in base alla consistenza espressa dal corpo elettorale, ecc…
E’ una legge da apprezzare nella sua linearità, interezza e complessità, e che non “si fa piegare” da interpretazioni di parte. Qualcuno ha perfino pensato di poter imputare ad essa il decorso del tempo dalla data delle elezioni sino al giorno della proclamazione degli eletti! Ben altri sono i motivi e dipendono dalle delicate operazioni di esame e riepilogo che gli Uffici circoscrizionali compiono sul lavoro svolto da tutte le sezioni elettorali delle singole province, per poi offrire all’Ufficio Centrale presso la Corte d’Appello tutti i dati necessari per l’attuazione di questa legge elettorale, dichiarare il nuovo Governatore dell’Abruzzo e dar vita al nuovo Consiglio regionale.
E’ ciò che sta avvenendo, con la massima attenzione istituzionale.
Gino Milano, consigliere uscente
La risposta del direttore
Caro Consigliere Gino Milano,
leggo con sorpresa le tue esternazioni circa il ruolo negativo giocato dalla stampa nella telenovela della proclamazione degli eletti in Consiglio regionale.
Ti conosco e so che sei innanzitutto una persona per bene e intellettualmente onesta.
E penso vorrai riconoscere anche a me le stesse qualità.
Se ho parlato in questi giorni di una legge elettorale regionale fatta male e non comprensibile non è perché il mio "cavallo" era fuori e lo volevo dentro e neppure perché ho piacere nel parlare di una istituzione che in questo caso non ha funzionato a dovere (a mio avviso, l'unico di cui dispongo).
Semplicemente, come tanti, non avevo capito il meccanismo della legge; meccanismo che nessuno tra i possibili interlocutori ha ritenuto di dover spiegare, a noi giornalisti e quindi alla gente.
Perché, caro Consigliere, se una funzione nobile si può riconoscere alla stampa è proprio quella di spiegare ai lettori - e quindi in quota parte all'opinione pubblica - le cose che non capirebbe da sola, anche per mancanza di quelle informazioni di prima mano che in questo caso non sono state state fornite nemmeno a noi.
Sarebbe bastato spiegare subito, senza tante storie e ricami mentali, l'architettura della norma eppoi che ognuno sì sbizzarrisse nei conteggi, quelli si davvero frutto di pure simulazioni che lasciano il tempo che trovano.
Chi doveva farlo? Il Presidente della Commissione Lorenzo Sospiri? Forse si e non nei termini in cui lo ha fatto: dapprima dicendo "è tutto chiaro" poi, incalzato, scaricando su dirigenti e funzionari del Consiglio regionale....come dire se la legge non si capisce la colpa non è mia.
Potevi farlo anche tu, considerato che non eri candidato e data l'autorevolezza e la serietà da tutti riconosciutati e visto che sei stato tra i più attenti nel seguirne lo sviluppo e l'iter approvativo dalla Commissione all'Aula.
Avresti semplicemente dovuto prendere atto dell'esistenza di una criticità e dell'opportunità di fornire elementi di chiarezza, soprattutto alla collettività, che poi è quella che vi elegge e vi paga (bene) per gestire i delicati meccanismi con i quali la democrazia viene attuata.
Non ritieni che una legge elettorale non del tutto lineare nei suoi passaggi debba essere spiegata anche agli elettori che per qualche inevitabile tecnicismo vedranno fuori dell'Emiciclo il candidato per il quale hanno votato e fatto campagna elettorale?
Non ritieni che sarebbe stato opportuno spiegare a chi ha votato solo la coalizione con a capo Gianni Chiodi che per l'opposizione non valgono le stesse regole della maggioranza, per cui non contano i voti del raggruppamento ma quelli delle singole liste,prese nella loro funzione di rappresentanza del territorio?
E che tutto ciò è frutto di una scelta precisa e ponderata fatta a questo punto dall'intero Consiglio, evidentemente ignaro...
Ma sempre in nome e per conto del popolo sovrano...o no?
Con immutata stima
Luca Di Giacomantonio