Giornata contro violenza sulle donne: in Italia vittima 1 su 3

25 Novembre 2009   13:58  
In Italia una donna tra i 16 e i 70 anni su tre è stata vittima nella sua vita dell'aggressività di un uomo. Sei milioni 743mila quelle che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale, secondo i dati Istat. Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata contro la violenza sulle donne, ma non c’è niente da festeggiare viste le cifre che riguardano gli abusi e i maltrattamenti che subiscono.
Le visite ai centri anti-violenza - La ministra per le pari opportunità, Mara Carfagna, passerà la giornata visitando due istituti che ospitano bambine vittime di violenza in famiglia, uno a Roma e l'altro nei dintorni della capitale. L’invito a fare altrettanto è stato rivolto a tutte le parlamentari, chiedendo loro un "gesto concreto": una visita in un centro antiviolenza. "E' alle vittime che vorrei dedicare questa Giornata - afferma la ministra nella lettera che ha fatto recapitare alle colleghe - la mia esperienza al ministero per le pari opportunità mi ha consentito di scoprire che nelle nostre città, lontane dai clamori, migliaia di italiane lavorano come volontarie per fornire prima assistenza alle vittime di violenza e, con l'aiuto dello Stato, garantiscono loro una casa dove ripararsi e un pasto caldo alle donne ed ai loro figli, costretti a nascondersi per sottrarsi alle grinfie di mariti e compagni violenti".
La tecnologia per combattere la violenza - "Utilizzare le tecnologie più avanzate per aiutare le donne è sicuramente una buona idea", ha affermato ancora Mara Carfagna. "La scatola rosa ma anche il telefono anti-violenza - ha dichiarato in un'intervista al Tg2 - non sono soltanto strumenti di sicura efficacia ma sono soprattutto un modo per far sentire le donne più sicure". "La scatola rosa - ha aggiunto il ministro - è un dispositivo che viene installato in auto e attraverso un pulsante dà immediatamente l'allarme e nei casi di necessità mette forze di polizia oppure anche gli ospedali in condizione di poter soccorrere immediatamente la donna".
Allarme processo breve - Dalla rete dei Centri antiviolenza arriva invece l'allarme sulle conseguenze che il "processo breve" potrebbe avere su questo tipo di reati: se approvato potrebbe creare un'amnistia di fatto per i responsabili di maltrattamenti non gravi, le cui pene sono inferiori a 10 anni. Reati che per la gran parte dei casi (4 su 5) si consumano fra le mura domestiche. A segnalarlo è Nadia Somma, presidente dell'associazione “Demetra-Donne in aiuto”, operativa a Lugo, in provincia di Ravenna, che aderisce alla rete. L'entrata in vigore del "processo breve", dice, "avrà un impatto psicologico sulle donne e anche sugli uomini. Per questo siamo preoccupati, ci sarà un'impunità per chi maltratta e la vittima non si sentirà più tutelata, magari non denuncerà più. Sarà un'amnistia di fatto, il potere del maltrattamento sarà più forte".
Uccisa una donna ogni tre giorni - Come ogni anno, poi, in occasione della Giornata mondiale è stata organizzata per sabato prossimo a Roma una manifestazione nazionale autorganizzata dalle donne e indipendente dai partiti. Per Nadia Somma "c'è ancora bisogno di manifestare, i maltrattamenti sono in aumento, ogni tre giorni è uccisa una donna. Della violenza alle donne bisogna anche parlare dal punto di vista culturale, perché il modello di riferimento proposto dai media sulle donne è ancora di oggetto sessuale, vale per la sua avvenenza e per la sua proposta sessuale. Non ha nulla a che vedere con la realtà".

LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE IN ABRUZZO

In Italia una donna su tre è stata vittima nella sua vita dell'aggressività di un uomo.
Violenza fisica, sessuale ma anche psicologica. L'Istat parla di sei milioni 743mila donne che hanno subito nel corso della propria vita la brutalità di un uomo.
Il 25 novembre è la data scelta da un gruppo di attiviste per la giornata mondiale contro la violenza di genere, poi istituita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1999, in ricordo del brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, avvenuto proprio il 25 novembre del 1960, che tentarono di contrastare il regime dittatoriale della Repubblica Dominicana e per questo torturate, massacrate a colpi e strangolate.
In Abruzzo solo nel 2008 sono state quasi duecento le donne che si sono rivolte alle 11 strutture sparse in tutta la regione, fra centri di accoglienza e sportelli antiviolenza, che sono state assistite e seguite.
Una amara realtà, che rappresenta fra l'altro solo la parte emersa del fenomeno, della quale non ci si può limitare a scattare una fotografia ma bisogna agire. Vanno in questa direzione le iniziative promosse dalla Regione Abruzzo, prima fra tutte la tavola rotonda fra attori istituzionali e rappresentanti delle forze dell'ordine svoltasi stamani a palazzo Silone.
Nelle interviste Federica Carpineta (Assessore regionale Pari opportunità), Filippo Piritore (Questore L'Aquila), Teresa Nannarone (Assessore Pari opportunità Provincia L'Aquila).

(MS)


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