Giornata mondiale prevenzione del suicidio, un contributo da studiosi e ricercatori aquilani

10 Settembre 2013   15:08  

 Ogni anno, nella giornata del 10 Settembre, viene organizzata la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio a cura dall’International Association for Suicide Prevention (IASP) in partnership con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Il tema proposto per quest’anno è “Stigma: un grande ostacolo per la prevenzione del suicidio”.
Lo stigma, come marchio negativo associato a coloro che hanno tentato il suicidio o alle persone che hanno perso un proprio caro per suicidio, costituisce uno dei principali problemi legati al fenomeno. Ad oggi, sebbene siano meno altisonanti le ripercussioni, permangono ancora processi di emarginazione nei confronti dei sopravvissuti: l’impatto del suicidio ricade sui familiari coinvolti, ma anche sull’intera comunità.
Nella società l’individuo stigmatizzato è visto come “l’altro”, ossia come colui che differisce dalla collettività. Se i fattori centrali che alimentano lo stigma sono l’ignoranza, la paura e l’ostilità, allora gli antidoti possono e debbono essere l’informazione, la rassicurazione e campagne anti-discriminazione.

Lo stigma deriva dall’assenza di conoscenza del fenomeno, il quale può essere ampiamente superato attraverso adeguati programmi educativi rivolti alla comunità, al fine di aumentare la consapevolezza della malattia mentale e del rischio suicidario.
Ogni anno nel mondo muoiono un milione di persone per suicidio. Questi numeri rappresentano un tasso di mortalità per suicidio di 14,5/100.000 abitanti. Ogni minuto nel mondo avvengono più di due morti per suicidio. In molti Paesi industrializzati il suicidio può essere la seconda o la terza causa di morte tra gli adolescenti e giovani adulti. E’ considerato, inoltre, essere la tredicesima causa di morte in tutto il mondo, per tutte le fasce di età. In aggiunta alle vittime di suicidio, ci sono svariati milioni di persone che compiono tentativi di suicidio causando stress emotivo e sofferenza alle persone che li circondano e ai loro familiari.

Il razionale della giornata mondiale di prevenzione sul suicidio è anche quello di aumentare la consapevolezza del fenomeno suicidiario, sottolineando che, ad oggi, il suicidio rappresenta, tra le cause di morte, quella che, più di ogni altra, può essere prevenuta.
A L’Aquila, secondo gli ultimi dati Istat, si registra il numero più alto di suicidi: 7/100.000 abitanti contro una media nazionale di 4,8/100.000, con la Valle Peligna e la Marsica come territori maggiormente interessati dal fenomeno.
Un dato che, secondo il Rapporto Osserva-salute 2012, “può essere un segno, oltre che di patologia psichiatrica, anche del crescente disagio sociale”, e che “va monitorato con attenzione anche al fine di prevedere un rafforzamento delle attività di prevenzione e della presa in carico sanitaria e sociale di soggetti a rischio”.

Il terremoto del 6 aprile 2009 non sembrerebbe incidere sui dati in quanto, secondo l'Istat, queste percentuali erano tali anche prima del terremoto.
Nel 2013 il Presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP) e il Comitato Direttivo hanno affidato ad un gruppo di lavoro ristretto, coordinato dal Prof. Massimo Casacchia, ordinario di Psichiatria dell’Università degli Studi dell’Aquila, il compito di elaborare un protocollo di riferimento sulle strategie di prevenzione del suicidio. Il gruppo di lavoro, di cui fanno parte, tra gli altri, anche il dott. Maurizio Malavolta, la dott.ssa Ida De Lauretis e la dott.ssa Laura Verni del Servizio Psichiatrico Universitario Diagnosi e Cura dell’Aquila, ha tenuto presente nella stesura del protocollo della specifica Raccomandazione Ministeriale (Raccomandazione Ministeriale n.4/2008, “Prevenzione del suicidio di paziente in Ospedale”) che si proponeva di aumentare negli operatori sanitari le competenze per affrontare un evento di particolare rilevanza e frequenza quale il suicidio e il tentato suicidio, rendendoli in grado di individuare precocemente pazienti con fattori di rischio di suicidio e adottare comportamenti adeguati per quelli in cui il rischio di suicidio si era invece chiaramente evidenziato.


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