Giovanni Impastato: sarà lui a ricordare gli universitari morti la notte del 6 aprile

L’Aquila, casa dello Studente, 6 ottobre, ore 16,30

05 Ottobre 2011   13:35  

Saranno Giovanni Impastato, fratello di Peppino, assassinato dalla mafia nel 1978 e Claudio La Camera, coordinatore del Museo della ‘ndrangheta di Reggio Calabria (in città per la manifestazione Antenne di memoria) a rendere omaggio alle ragazze e ai ragazzi che persero la vita nella notte del 6 aprile 2009: giovani venuti a L’Aquila per costruire il loro futuro e colpiti a morte nella notte del 6 aprile.

Un epilogo tragico che forse si sarebbe potuto evitare se si fosse costruito rispettando le regole, se si fosse prestata attenzione ai segnali che da mesi la terra mandava, se la Commissione Grandi Rischi non avesse rassicurato una intera popolazione.

Ci sono voluti 25 anni per dare giustizia a Peppino, 25 lunghissimi anni di estenuanti battaglie legali, di bussare a porte che non venivano mai aperte se non volontariamente chiuse.

Sulle tracce di un processo che un nonnulla bastava a far archiviare. Un processo che vede protagonisti magistrati come Chinnici, Costa e Falcone, tutti tragicamente scomparsi, vittime illustri della mafia...

Oggi che Badalamenti e gli esecutori materiali del delitto sono stati condannati dalla Giustizia, oggi che, grazie al film “I cento Passi”, la figura e l’esempio di Peppino sono stati riabilitati e conosciuti in Italia e fuori, Giovanni continua ugualmente a lavorare per la diffusione della cultura della legalità. Un valore che, purtroppo, non è mai scontato.

Giovanni continua a girare con entusiasmo tantissime scuole ed associazioni in Italia e all’estero, ma il suo impegno non si limita a questo. Dopo la morte, nel dicembre del 2004, della madre Felicia, mantiene aperta la casa di famiglia, che oggi è diventata “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, nucleo e punto di partenza e di riferimento per numerose iniziative e luogo di memoria.

Altrettanto significativo è l’impegno Claudio La Camera che con il Museo della ndrangheta porta avanti un’operazione culturale senza precedenti che si occupa di ricerca, analisi, attività sul territorio con il fine di realizzare una conoscenza oggettiva della mentalità diffusa su cui l’elemento criminalità organizzata attecchisce. L’obiettivo è fare i conti in modo razionale e cosciente e intervenire sulla trasmissione di valori diversi alle nuove generazioni.

E’ anche l’impegno che molti di coloro che sono stati costretti a piangere i propri cari stanno portando avanti, nella convinzione che solo la pratica della legalità può garantire un mondo migliore e salvare vite umane.

E, come Felicia Impastato, continuano a chiedere giustizia, non vendetta. Il progetto Museo della ndrangheta è un’operazione culturale senza precedenti che si occupa di ricerca, analisi, attività e programmazione sul territorio con il fine di realizzare una conoscenza oggettiva della mentalità diffusa su cui l’elemento criminalità organizzata attecchisce.

L’obiettivo è fare i conti in modo razionale e cosciente e intervenire sulla trasmissione di valori che informa le nuove generazioni, agendo sui processi di inculturazione diretta e indiretta.


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