Guardia di Finanza e Carabinieri sequestrano conti correnti ad ex amministratori Confartigianato

04 Marzo 2014   10:48  

Nella giornata odierna i Finanzieri ed i Carabinieri dei rispettivi Comandi Provinciali di l’Aquila, hanno dato esecuzione ad un provvedimento del Tribunale del capoluogo abruzzese a firma del G.I.P. dr. G.R. Gargarella con il quale è stato disposto il sequestro preventivo di conti correnti bancari, beni mobili ed immobili sino all’equivalente dell’illecito profitto conseguito appartenenti a L.L. e F.P., già Presidente e Amministratore delegato della Confartigianato L’Aquila.

La stessa misura patrimoniale è stata eseguita nei confronti di tre imprenditori di cui due ternani P.R. e F.F. e uno di Roma M.S. che hanno concorso, mediante rilascio di false fatture, con gli allora vertici della Confartigianato locale nell’organizzare dei corsi di formazione destinati alle maestranze da utilizzare nei cantieri della ricostruzione aquilana.

Il provvedimento si fonda sulle indagini dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che, coordinati dal sostituto procuratore dr. Stefano Gallo, mediante meticolosi accertamenti documentali e acquisizioni di numerosissime informazioni testimoniali hanno accertato che i vertici della Confartigianato aquilana, al fine di ottenere un contributo dalla Fondartigianato di Roma, per oltre 200.000,00 euro, hanno contabilizzato false spese per organizzare numerosi corsi di formazione che, invece, si sono svolti solo parzialmente e, in alcuni casi, addirittura non si sono neanche svolti.

L’ipotesi di reato riguarda il riconoscimento integrale del contributo che, si ricorda è superiore a 200.000,00 euro: a tal fine gli indagati hanno predisposto documentazione relativa a prestazioni didattiche e di tutoraggio che di fatto o non si sono mai svolte o si sono svolte solo parzialmente e con modalità difformi da quelle rendicontate e per le quali, conseguentemente, non sono stati corrisposti i relativi compensi ai docenti se non in parte.

Hanno rendicontato l’avvenuto pagamento di un canone annuo di locazione per l’utilizzo di un modulo abitativo provvisorio (c.d. MAP) ove si sarebbero svolti alcuni dei corsi per un canone di ben 20.800 euro quando invece: il MAP veniva utilizzato per soli tre mesi ed era di proprietà dell’Associazione Cardinale Innocenti di cui L.L. e F.P. erano i responsabili; lo stesso MAP era stato acquistato ad un prezzo addirittura di molto inferiore (appena 8.000 euro) al canone di locazione rendicontato; il cd contratto di locazione, non registrato presso il competente Ufficio finanziario, era stato firmato da L.L. quale rappresentate della Confartigianato di L’Aquila e da F.P. quale rappresentante dell’Associazione Cardinale Innocenti e, ovviamente, alcun canone di locazione veniva realmente corrisposto.

Per la rendicontazione dell’utilizzo di materiale didattico e di consumo per la formazione professionale pari ad una somma di euro 10.754 hanno utilizzando una fattura per operazioni inesistenti emessa dall’Azienda Network S.r.l. di Terni che fatturava anche i ponteggi e materiale vario da edilizia che invece erano messi gratuitamente a disposizione dai titolari delle ditte nei cui cantieri venivano svolte le attività pratiche.

Ricevuta la prima tranche del contributo (16 giugno 2011) di oltre 163.000,00 euro il Presidente pro-tempore di Confartigianato L’Aquila ne distraeva subito l’importo di € 50.000,00 dal conto dedicato della Confartigianato alla società Brainit Srl di Roma, senza alcuna reale motivazione e in assenza di documentazione giustificativa del costo sostenuto (che, successivamente, avrebbe motivato quale riconoscimento della Azienda Network per Progetto di Formazione Professionale). I reati contestati sono stati portati a termine anche mediante l’aiuto di altri responsabili che avrebbero attestato la regolarità delle spese sostenute per la realizzazione del progetto e la predisposizione della falsa documentazione utilizzata per la rendicontazione delle spese stesse.

Complessivamente sono indagate nove persone che si sono viste notificare gli avvisi di garanzia. L’applicazione della misura ablatoria che si fonda sulle convergenze investigative dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza è tesa a rafforzare il dispositivo di contrasto all’indebita percezione di contributi pubblici a danno del Bilancio Nazionale e consente la possibilità di apprendere i beni personali dei responsabili dei reati contestati.

L’attività, nel suo complesso, conferma la particolare attenzione della Procura della Repubblica di L’Aquila su tutti i fenomeni collegati, direttamente o indirettamente, alla ricostruzione post-sisma.


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