I Cattolici e Democratici chiedono i contributi anche per le seconde case

13 Agosto 2012   18:08  

"Il Governo dia subito seguito all'Ordine del giorno della Camera per il contributo alla ricostruzione anche per i proprietari unici di seconde case di tutti i centri storici delle frazioni aquilane e dei Comuni del Cratere sismico". Lo affermano, in una nota, i consiglieri comunali dei cattolici democratici Salvatotre Placidi e Adriano Durante, il coordinatore del movimento, Giampalo Arduini e Giliano Sciocchetti, segretario dell'Associazione bruzese di Roma. "Dopo tre anni e mezzo dal sisma - dicono - e' ora di porsi il problema delle seconde case, comprese quelle di valenza storico-artistica, presenti sul territorio del cratere sismico. Su questo argomento, il gruppo dei Cattolici Democratici del Consiglio comunale dell'Aquila ha avviato una battaglia perche' il diritto alla ricostruzione sia riconosciuto a tutti, indistintamente, senza le discriminazioni che le ordinanze e la Legge Barca hanno finora perpetrato. E numerosi sono i contatti avuti con tanti cittadini, proprietari unici delle abitazioni diverse dalla principale al di fuori del centro storico dell'Aquila (i veri penalizzati del processo di ricostruzione), che intendono formare un comitato affinche' le loro aspettative abbiamo una risposta concreta. Gli edifici ricadenti nella categoria delle seconde case, in particolare quelli classificati E , visto il fallimento della normativa dell'OPCM n. 3790, con il demenziale 'tetto di 80.000 euro nominali' - con il quale si dovrebbero addirittura ricostruire anche gli edifici distrutti, senza un adeguato finanziamento degli interventi di recupero - saranno destinati a diventare ruderi, con la prospettiva di finire in mano alla speculazione edilizia per la demolizione e ricostruzione. Una cosa deve essere chiara - dicono i cattolici democratici - : se il Governo non ha i soldi, non li ha nemmeno la stragrande maggioranza dei proprietari. Dopo l'approvazione della Legge Barca alla Camera, il Governo ha accolto un ordine del giorno 'interpretativo', di cui l'on. Lolli e' primo firmatario insieme ai parlamentari De Angelis, Di Biagio, Misiti, Piffari. Tale documento, partendo dalla premessa che la legge prevede che a beneficiare del contributo per la ricostruzione siano solo i proprietari delle seconde case del centro storico dell'Aquila, impegna il Governo affinche' tanto il finanziamento per intero per la ricostruzione delle parti comuni delle unita' immobiliari ubicate nei centri storici di tutti i comuni del cratere non adibite ad abitazione principale ricadenti all'interno di aggregati, anche se interamente costituiti da immobili non adibiti ad abitazione principale, quanto il finanziamento per le singole abitazioni, avvenga in coerenza con la normativa prevista dalla stessa Legge Barca e con le ordinanze in vigore in quanto applicabili".

 "Lo scenario prospettato dall'ordine del giorno e' pertanto il seguente. In tutti i centri storici delle frazioni del Comune dell'Aquila e dei 56 borghi del cratere potranno essere ricostruite le seconde case classificate E isolate di unico proprietario nelle parti comuni e strutturali, e quelle inserite in aggregati di sole seconde case sempre di unico proprietario. Resta valida per tutti i proprietari di seconde case, sia dentro sia al di fuori dei centri storici - precisa la nota - l'ulteriore possibilita' (anche quando le parti comuni e strutturali siano finanziate) di accedere al finanziamento per le parti interne con le modalita' dell'OPCM 3790, pari all'80%, con il tetto di 80.000 euro, qualora non abbiano usufruito del finanziamento per la prima abitazione. Senza escludere che il Governo possa rivedere questo secondo aspetto con una soluzione alternativa. Anche sotto questo profilo ha senso la frase dell'Ordine del giorno 'in coerenza con la normativa prevista dal presente decreto e con le ordinanze in vigore in quanto applicabili'. Questa sembra l'unica interpretazione possibile del documento. Interpretazione peraltro ormai condivisa dallo stesso Ministro Barca, che di recente ha dichiarato: 'Stiamo aspettando che i Sindaci ci diano indicazioni sulla stima, poi vedremo di trovare le risorse e riaprire il discorso'".

"Affermazione che, peraltro, - rilevano i cattolici democratici - si riallaccia all'impegno assunto (e finora non rispettato) nell'assemblea pubblica in Piazza Duomo del 17 giugno scorso. Sembrava qualcosa piu' di una promessa: quella di un'anticipazione del testo della nuova legge che all'epoca stavano preparando nel suo ministero. Cosi' non e' stato ed ancora oggi non se ne conoscono le ragioni. Quanto al recupero degli edifici di pregio storico artistico, questa operazione non deve essere vista nell'ottica generica ed ingannevole della tipologia 'seconde case', ma alla stregua degli edifici vincolati. Superare la fase emergenziale significa anche riformare una normativa contraddittoria e sbagliata che, per due tipologie di danni tanto diversi, prevede lo stesso 'tetto', peraltro nominale, di 80.000 euro (quello effettivo e' circa la meta'), sia per riparare un danno locale sia per riparare un danno grave con miglioramento sismico o addirittura per ricostruire un edificio distrutto, senza una proporzionalita' tra il danno ed il risarcimento. Non puo' una nuova legge che vuole dare un nuovo assetto istituzionale e normativo ignorare questo problema. L'Ordine del giorno di Lolli e altri ha cambiato lo scenario di riferimento: il punto e' ora di renderlo operativo agganciandolo al processo attuativo della legge. Tenuto conto del fatto che e' stato qualificato come un documento 'interpretativo'. Sarebbe interessante - affermano Placidi, Durante, Arduini e Schiocchetti - conoscere l'opinione dei sindaci, per la loro esperienza e competenza in materia di istruttoria dei progetti. Un ordine del giorno approvato dalla camera ed accolto dal Governo, non puo' ridursi ad un semplice generico impegno. Deve essere una leva tanto piu' necessaria in una materia che riguarda uno dei punti nevralgici del processo di ricostruzione del cratere sismico. La palla ora rimbalza anche sui sindaci, per quanto riguarda la quantificazione degli oneri. Per la verita' non c'e' solo un aspetto contabile, peraltro rilevante: quello che i cittadini si attendono e' che i sindaci diano un impulso determinante alla soluzione di questo problema nel nuovo quadro delineato dalla legge. I centri storici dell'Abruzzo interno sono oggi la principale risorsa economica dei rispettivi Comuni. Non possiamo permettere che la ricostruzione si realizzi 'a macchie', escludendo, per i piccoli borghi, le abitazioni appartenenti a un unico proprietario non residente, che costituiscono un importante patrimonio artistico e culturale e che altrimenti sono destinati a diventare ruderi, se non oggetto di speculazione edilizia. Le abitazioni dei centri storici - si legge infine nella nota - sono comunque un bene da tutelare e, se possibile, da valorizzare".


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