I camosci dall´Abruzzo ai Monti Sibillini per la sopravvivenza d

21 Settembre 2006   20:59  
Al via, a partire da lunedì 25, le operazioni di trasferimento di un nucleo di Camoscio Appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata) dal Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise al Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il programma previsto dal Piano d´Azione ha l´obiettivo di riportare sulle montagne dell´Appennino centrale il Camoscio d´Abruzzo al fine di garantire la conservazione della specie. Il documento tecnico è stato elaborato dalla commissione scientifica composta da esperti dell´Infs, dal Ministero dell´Ambiente e della Tutela del Territorio, dal Panlm e dell´Università di Siena. Il piano d´azione, che ha l´obiettivo di conservare la specie,prevede vari step di conservazione tra cui l´insediamento di nuovi nuclei riproduttivi, sulla dorsale dell´Appennino centrale (operazione questa iniziata negli anni novanta con la reintroduzione nel Parco Nazionale della Maiella e nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga). "Dopo il successo delle azioni di reintroduzione nei Parchi abruzzesi - dichiara il direttore del Pnalm Aldo Di Benedetto - anche nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini tornerà a vivere lo splendido ungulato simbolo degli ambienti rupestri dell´Appennino centrale". Un´operazione che Alfredo Fermanelli, direttore del Parco nazionale dei Monti Sibillini, non ha esitato a definire come storica in quanto essa "rappresenta non solo elemento di recupero e salvaguardia degli equilibri ecologici dei Sibillini ma anche e, soprattutto, un intervento straordinariamente importante per il futuro e la sopravvivenza del camoscio appenninico", specie unica al mondo. Gli esemplari di Camoscio Appenninico e gli animali saranno portati dal Corpo Forestale dello Stato nel Parco dei Monti Sibillini. Saranno prelevati dalla Val di Rose, nel cuore del Parco nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). Una seconda fase è prevista nel 2007. Patrizia Santangelo

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