I cinesi studiano il modello abruzzese di salvaguardia dell´orso

13 Giugno 2007   19:00  
Da lunedì scorso, a Pechino, la Beijing Forestry university sta studiando il modello abruzzese di salvaguardia dell´orso marsicano. "La nostra politica di conservazione della natura - spiega l´assessore regionale all´Ambiente della Regione Abruzzo, Franco Caramanico - può essere un riferimento importante per la Cina". La difesa del simbolo nazionale della Cina è, infatti, uno dei principali argomenti del seminario, organizzato a Pechino dalla Beijing Forestry university e e dalla Chinese association of natural e science museum in collaborazione con la Regione Abruzzo, che proseguirà fino a sabato prossimo. Al centro delle attenzioni delle autorità cinesi, il piano d´azione per la tutela dell´orso marsicano (Patom), un protocollo coordinato dalla Regione Abruzzo con il coinvolgimento, tra gli altri, del Ministero dell´Ambiente, dell´Università La Sapienza di Roma, dell´istituto nazionale della Fauna selvatica e dal Corpo forestale dello Stato, sottoscritto nel luglio del 2006. Il piano si articola in azioni che hanno l´obiettivo di creare spazi estesi, aree di connessione che consentano agli orsi spostamenti tra i diversi territori. Problemi che riguardano da vicino anche il panda, sempre più minacciato dalle attività umane: disboscamento, espansione degli insediamenti agricoli nelle aree forestali, attività minerarie e costruzione di strade. È un mondo pericoloso quello che aspetta i panda, in particolare tra le montagne della Cina sudoccidentale, dove devono preservare l´uso del territorio dagli uomini (soprattutto cacciatori e agricoltori), dal moltiplicarsi delle dighe e dal turismo di massa. Gli esperti abruzzesi che parteciperanno al seminario informeranno i colleghi asiatici dei risultati incoraggianti registrati fino a oggi dal Patom. "L´Abruzzo è una Regione orientata su una politica di conservazione della natura: il 38% del territorio è infatti protetto" spiega Franco Caramanico "l´idea alla base del progetto con la Cina è di condividere le conoscenze in materia di tutela della biodiversità e delle specie protette o in via di estinzione, come anche di trasferire un valido sistema di formazione". Al seminario, al quale partecipano anche una delegazione dei parchi regionali, l´Università de L´Aquila e La Sapienza di Roma, l´Istituto nazionale della Fauna selvatica, oltre a una rappresentanza del Ministero degli Esteri, saranno affrontate le tecniche di gestione dei parchi abruzzesi e le politiche per la tutela della biodiversità. "I nostri parchi rappresentano davvero un sistema di eccellenza di respiro internazionale - commenta Antonio Sorgi, direttore parchi territorio ambiente ed energia della Regione - Abbiamo acquisito un´esperienza che può essere utile in un Paese come la Cina, dove 300 specie animali e 410 vegetali sono in pericolo a causa della scomparsa degli habitat naturali".

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