I nomi degli indagati per i crolli all'ospedale dell'Aquila

Con l'articolo di G.Caporale - Repubblica

06 Ottobre 2010   16:33  

Gli indagati per il crollo dell'ospedale sono: Marcello Vittorini (ingegnere e direttore dei lavori dal '72 al '91), Gaspare Squadrilli (ingegnere), Michele Tundo (geometra e direttore del cantiere nel '72 e '74), Domenico Ciccocioppo (geometra e direttore del cantiere neli anni '73 e '79), Giorgio Innamorati (presidente commissione collaudo nel '79), Luciano Rocco (componente commissione collaudo). Altri sette indagati, tutti tecnici e componenti della commissione collaudo sono morti. L'ospedale costo' nove volte piu' del previsto. Inaugurato appena dieci anni fa (nel 2000) per una spesa di 200 miliardi delle vecchie lire, non ha retto alla scossa del sei aprile 2009.

 

Ospedale dell'Aquila crollato nel sisma
Sei indagati per "disastro colposo"

di Giuseppe Caporale da Repubblica.it

Pilastri corti e pilastri senza supporti, senza staffe. Carenza di calcestruzzo, violazioni delle norme antisismiche. L'ospedale San Salvatore dell'Aquila fu uno spreco di denaro pubblico, colpevolmente mal costruito: per questo il giorno del terremoto non fu d'aiuto alla popolazione martoriata dal sisma, ma anzi fu chiuso poche ore dopo la tragedia. Per questo, con l'accusa di disastro colposo, sono stati notificati sei avvisi di garanzia a Marcello Vittorini (ingegnere e direttore dei lavori dal '72 al '91), Gaspare Squadrilli (ingegnere), Michele Tundo (geometra e direttore del cantiere nel '72 e '74), Domenico Ciccocioppo (geometra e direttore del cantiere neli anni '73 e '79), Giorgio Innamorati (presidente commissione collaudo nel '79), Luciano Rocco (componente commissione collaudo). Altri sette indagati, tutti tecnici e componenti della commissione collaudo sono morti.

L'ospedale costò nove volte più del previsto. Inaugurato appena dieci anni fa (nel 2000) per una spesa di 200 miliardi delle vecchie lire, non ha retto alla scossa del sei aprile 2009. Ora, la perizia della procura dell'Aquila e le indagini della GdF guidate dal colonnello Castriglianò raccontano perché. Di fatto era un gigante dai piedi d'argilla, una struttura piena di crepe, alcune parti semicrollate e, ora inagibili. I lavori iniziarono nel 1972, la spesa prevista era di 11 miliardi e 395 milioni di lire, la capienza di 1.100 posti. Negli anni a seguire furono dimezzati i posti letto fino a 560 unità e dall'altro si moltiplicarono  i fondi, con una politica di stralci, di ricorsi alla cassa del Mezzogiorno, di leggi e leggine, fino alla cifra di 164 miliardi, più altri 31 stanziati per il completamento alla fine degli anni Novanta. E' stato calcolato che, ultimato, il San Salvatore è costato nove volte più del previsto. Una struttura che una commissione parlamentare di inchiesta già nel 2000 aveva segnalato per "irrazionalità e obsolescenza dell'impianto costruttivo" e per "scarsa qualità dei materiali impiegati", come recita la relazione di una commissione parlamentare del 2000. Una decina le imprese di costruzione e collaudo coinvolte, tra cui anche l'Impregilo. Nel 1992, vent'anni dopo la posa della prima pietra, vennero attivati i poliambulatori; nel 1995 trasferiti i primi 200 letti dell'area medica; nell'agosto del 1999 il definitivo trasferimento degli altri reparti e l'entrata a regime dell'ospedale.

 


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