Il 68 rovesciato, morti bianche e prevenzione

Puntata del 1 febbraio 2008

29 Gennaio 2008   16:54  

 

 

Questa settimana sul magazine 99:

 

SEPPELLIRE L´ASSALTO AL CIELO

di Filippo Tronca

Seppellire sotto un buon metro di terra l´assalto al cielo, mettere i fiori non nei cannoni, ma davanti capezzale di un epoca,in una formula ribaltare il 68. Vestale del parricidio l´intellettuale di destra Marcello Veneziani, e con lui nel convegno di presentazione del libro, che ha avuto luogo a Chieti presso l´Audorium le Corcelle, altri protagonisti critici di quella stagione di lotta, sogni e poesia, ma anche di errori, violenza e illusioni, come l´opinionista Giampiero Mughini e Aldo Brandirali, comunista pentito che da Mao Tze Tung e dalle barricate è approdato a ForzaItalia. A fare gli gli onori di casa il coordinatore regionale di Alleanza nazionale Fabrizio Di Stefano. Il 68 - questa una delle tesi esposte - è al potere e vigila su di noi. L´onda lunga e corrosiva del 68, l´ultima febbre che attraversò le giovani generazioni in Occidente, pervade ancora la nostra società. I rivoluzionari di allora e i loro continuatori sono divenuti la nuova classe dominante nel mondo della cultura e della politica, dei media e dell´istruzione, del sindacato e della magistratura, e primeggiano nel regno del divertimento e della pubblicità. Fallito come rivoluzione politica, il 68 si è mutato in ideologia radical, conformismo di massa e canone di vita. Ha distrutto i valori della tradizione, dell´educazione, della religione, mandando in frantumi scuola e famiglia e lasciandoci in eredità un´ideologia libertina e permissiva sul piano dei valori e dei doveri, dei costumi e dei linguaggi, ma intollerante e repressiva verso chi non si riconosce in quel movimento libertario, nei suoi codici e modelli. Nel 2008, quarant´anni dopo, i sessantottini cominciano a farsi sessantottenni, ed dunque giunta l´ora di calare il sipario. E´ ciò che si propone appunto Marcello Veneziani nel suo libro, che ha senz´altro il pregio dell´anticonformismo e del coraggio irriverente delle proprie idee, pregio, si potrebbe aggiungere, che va riconosciuto allo spirito autenticamente sessantottino.

 

IL PREFETTO E LE MORTI BIANCHE

di Filippo Tronca

Uno stillicidio di infortuni e morti sul lavoro che dal 2003 non accenna a diminuire in modo strutturale e come effetto di efficaci politiche di contrasto. E´ uno dei dati intorno a cui si è riflettuto nel corso della conferenza regionale pemanente convocata presso la prefettura dell´Aquila, un appuntamento periodico che ha come mission quella di fare il punto sullo stato di salute della pubblica amministrazione e appunto quello di monitorare la situazione della sicurezza sul lavoro e dell´incidenza del lavoro nero nel tessuto produttivo abruzzese. Gli infortuni, dicevamo: dal 2003 non sono mai scesi sotto i 23mila e 200 l´anno. e i morti, sempre dal 2003 sono stati 184, una strage silenziosa e inaccettabile cui non si è saputo proporre rimedio, e poco giova constatare che nel primo semestre 2007 i morti sono stati la meta rispetto al primo semestre dell´anno precedente. Le cause sono sempre le stesse, ampiamente note: il lavoro nero, e senza regole in primo luogo. nel 2007 in controlli sono aumentati, e sono stati scoperti ben 2257 lavoratori in nero, ma lo sforzo è immane, perchè denuncia, il prefetto Aurelio Cozzani, gli ispettori sono pochi e senza risorse. nel 2003 erano 74, oggi addirittura sono scesi a 70. 70 contro 131mila aziende attive, e che spesso devono pagarsi la benzina per andare ad eseguire i controlli. Nella pubblica amministrazione, dunque, si assume e si stabilizza spesso personale inutile, spesso a causa delle pressioni della partitocrazia, mentre in settori dove il personale servirebbe a evitare la morte o l´ospedale a tanti lavoratori, non si assume. Una buona idea emersa nella conferenza è quella di dotare le aziende di una sorta di patente a punti, legata al numero di infortuni, con un sistema di premialità, come agevolazioni fiscali o maggiori punteggi nelle gare di appalto, per la aziende più virtuose. Venendo poi al monitoraggio sulla pubblica amministrazione i dati elaborati dalla prefettura dimostrano che ancora insufficiente è l´utilizzo della posta elettronica, strumento necessario per rendere più efficiente una macchina troppo lenta e antiquata. Altro dato interessante e sorprendente: in base a questionari compilati presso le singoli enti e uffici pubblici il 70% dei cittadini si ritiene soddisfatto del servizio. "va detto -ammette lo stesso Cozzani - che tale percentuale sarebbe molto inferiore se a rispondere a tali questionari fossero state soprattutto gli imprenditori e altri portatori di interesse del tessuto produttivo".

 

SORVEGLIARE E PREVENIRE

di Filippo Tronca

La sicurezza del lavoro nei cantieri si garantisce innanzitutto con il rispetto delle leggi, che le aziende sane hanno tutto l´interesse ad applicare. E´ questa la premessa della giornata di studi organizzata dall´Ance Abruzzo, l´associazione di categoria dei costruttori edili, a beneficio dei suoi aderenti. Importanti novità ha spiegato l´ingegnere Michele Tritto, dell´Ance Italia, sono contenute nella Legge 123 approvata ad Agosto, che prevede l´auspicata semplificazione in un Testo unico delle tante, troppe norme in materia di sicurezza, affina poi gli strumenti di controllo e prevenzione degli infortuni, introduce sanzioni più pesanti, anche a carico dell´azienda e non sono del datore di lavoro, fino a 1,5 milioni di euro di multa e alla sospensione delle attività. Altri strumenti efficaci sono le norme che impediscono di non giocare al ribasso nelle gare di appalto risparmiando sulla sicurezza, l´obbligo di dotare i dipendenti di tesserino di riconoscimento, la redazione del Psc, Piano di sicurezza e coordinamento, e del Pos, Piano operativo di sicurezza, che individuano le figure obbligate a monitorare costantemente nel cantiere il rispetto delle norme, dall´utilizzo dei caschi al funzionamento degli estintori. Le leggi insomma ci sono ma allora perchè non si riesce a cancellare la piaga degli infortuni e delle morti bianche? Forse perchè, come spesso avviene, fatta la legge i soliti furbi trovano l´inganno, in particolare nel mondo del lavoro sommerso.

 

 


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