Una prova di umiltà è stata quella di ieri pomeriggio a Sulmona, dove si è svolta l’assemblea regionale del Pd.
Il conclave regionale ha infatti approvato un documento in cui si sottolinea che “mai è stato posto un veto al candidato dell’Italia dei valori: chiediamo che sia la coalizione abruzzese a decidere la guida, l’alleanza, il programma”. Un metodo diplomatico, che tuttavia sembra essere il primo passo verso l’accettazione della candidatura espressa dall’IdV di Carlo Costantini.
“Il Pd – si legge ancora nel documento - dà il via libera alla candidatura di Carlo Costantini alla presidenza della Regione”.
I democratici fanno dunque un passo indietro, consci evidentemente della validità della candidatura in questione, e soprattutto smaniosi di vincere.
Nel documento, non viene tuttavia abbandonata la “preoccupazione per la rigidità delle posizioni”, che potrebbero compromettere l’ambita “unità della coalizione”, che sembra comunque restare l’obiettivo centrale.
La seconda posizione posta dall’IdV, dopo quella della candidatura di Costantini, com’è noto è quella della cancellazione degli indagati dalle liste: a questo punto si apre per il Pd un serio problema: come fare ad escludere esponenti indagati, se usciti vincitori dalle primarie di domenica prossima? Così le elezioni primarie si trasformeranno in un’arma a doppio taglio.
La volontà, comunque, è quella di riallargare la coalizione a sinistra ma anche a “tutte le componenti attualmente all’opposizione del governo nazionale”, chiaro quindi il riferimento, palesato poco dopo, a quella forza “moderata e responsabile quale l’Udc”.
Le prossime ore saranno dense di appuntamenti e, probabilmente, decisive: il candidato presidente, sono in molti a sostenere, dovrà essere ufficializzato prima delle primarie del Pd di domenica prossima.
Domani sera si riunirà di nuovo il tavolo di coalizione dal quale probabilmente uscirà qualcosa di nuovo.