Il centro mappato entro settembre. Accordo Università-Stm

Microzonazione sismica per ricostruire

14 Luglio 2010   10:51  

Un progetto per studiare la risposta sismica del terreno di tutto il centro storico. E' la proposta ambiziosa che arriva dal Cerfis dell'Ateneo dell'Aquila  (Centro di ricerca e formazione per l'ingegneria sismica) e il dipartimento della Protezione civile della presidenza del Consiglio dei ministri.

"In centro storico ci sono molti edifici antichi, con murature particolari che vanno trattate con attenzione", spiega il direttore del Cerfis, Dante Galeota, "per questo è importante sapere come muoversi. I dati dello studio intrapreso serviranno a operare in maniera consapevole".

Con tale obiettivo ieri mattina è stato anche siglato un accordo quadro tra la Struttura tecnica di missione (Stm) di supporto al commissario per la ricostruzione, coordinata dall'architetto Giuseppe Fontana, e l'Università con l'obiettivo di realizzare una mappatura del centro per dare direttive precise in materia di ristrutturazione e ricostruzione post-sisma.

Con l'accordo si intende realizzare una microzonazione sismica del centro storico dell'Aquila che possa stabilire come restaurare e dove ricostruire. La «mappa» completa del sottosuolo del capoluogo abruzzese sarà pronta entro settembre. Dai primi sondaggi, gli storici palazzi Carli e Camponeschi potrebbero tornare fruibili entro tre anni.

Proprio da queste strutture è partita l'analisi del sottosuolo del centro.

Le indagini sul terreno dei due siti hanno raggiunto gli 80 metri di profondità, e dall'analisi, non emergono dati allarmanti: il terreno, nonostante sia eterogeneo, è composto per lo più da brecce aquilane. 2Abbiamo deciso di tenere i due edifici sotto monitoraggio continuo per controllare le variazioni nel tempo", evidenzia Sante Galeota, "il sottosuolo si è dimostrato di diverse tipologie: nella maggior parte dei casi i sondaggi hanno rivelato la presenza di brecce, ma in alcune zone sono più compatte, in altre meno. Abbiamo anche trovato una cavità nell'area di palazzo Camponeschi. Contiamo di poter ristrutturare i due storici palazzi in breve tempo, ma ci vorranno almeno tre anni".

Intanto l'Ateneo punta di nuovo la propria attenzione all'ex ospedale San Salvatore, nella zona della fontana Luminosa. In quell'area "stiamo già lavorando per creare un polo umanistico, che dovrebbe essere pronto tra un anno circa", afferma il rettore Ferdinando Di Orio, "abbiamo perciò chiesto alla Asl di poter procedere all'acquisto dell'intera struttura". Attualmente, infatti, l'Università possiede solo 5mila dei circa 25mila metri quadrati dell'edificio.

La proposta dell'Ateneo è di 8 milioni e dovrà passare al vaglio della Asl. I finanziamenti sarebbero derivanti da fondi Cipe della Regione. Nella struttura potrebbero essere ospitate gran parte delle facoltà dell'Ateneo, oltre che gli uffici amministrativi e la sede di rappresentanza del rettorato. Nello stesso complesso potrebbe anche trovare posto una residenza universitaria, necessaria in città dopo il crollo della Casa dello studente di via XX Settembre. L'ex ospedale potrebbe dunque diventare un campus universitario a tutti gli effetti.


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