Il ginecologo Orazio Lotti dona incubatrice al reparto pescarese di

09 Maggio 2007   17:13  
Un’innovativa incubatrice della ditta Giraffe è stata donata da Orazio Lotti, ginecologo dell’Ospedale di Pescara, al reparto di Neonatologia dello stesso nosocomio. La benefica iniziativa è stata presentata oggi pomeriggio a Ginecologia, da Carmine D’Incecco, primario di Neonatologia, alla presenza del direttore generale della Asl Pescara, Antonio Balestrino, dell’assessore comunale alla Sanità, Maria Vittoria D’Incecco (sorella del Neonatologo) e dello stesso medico donatore (tutti nella foto, con la culla termica donata). Lotti ha detto che l’iniziativa è maturata dopo diverse esperienze che ha passato alle prese con i rischi che corrono i nati prematuri nel suo reparto, a partire dai suoi due gemellini, nati meno di un anno fa prematuri, dopo che la moglie “è stata ricoverata 70 giorni – ha rivelato il giovane medico pescarese – con minacce continue di travagli e le valige sempre pronte per correre ad Ancona o Cesena perché qui a Pescara c’è il rischio permanente di trovarsi senza incubatrici libere”. Il ginecologo, figlio dell’ex primario Raffaele, ha aggiunto che a Pescara “dei 1.200 parti all’anno, circa 250 sono prematuri, in aumento sia per i parti plurigemellari dovuti alle fecondazioni assistite e sia “per l’alta natalità degli extracomunitari che per cultura e abitudini diverse dalle nostre - ha aggiunto Carmine D’Incecco – che quasi sempre si fanno vedere in ospedale solo al primo sintomo di travaglio”, senza farsi seguire durante la gravidanza. Il Neonatologo ha, però, tenuto a precisare che ultimamente sta avvenendo anche il contrario: “Succede che pure da Ancona vengono a Pescara”. Approfittando della presenza di Balestrino, Carmine D’Incecco ha detto che “le tecnologie sono utili ma lo sono altrettanto anche la risorse umane”, di cui pure il reparto è carente. Il Manager della Asl ha ringraziato Lotti per il nobile gesto di cui “da medico so valutarne l’entità. Anche mia figlia ha passato 30 giorni in una macchina come questa. In questa struttura ho trovato più che altrove umanità”. Spesso, la carenza di uno strumento importante come un’incubatrice “dipende o dalla carenza di bilancio – ha aggiunto Balestrino – o dalla tempistica” che molte volte coincide con quella di chi deve essere curato, anche nei primi giorni di vita. “Lavorerò – ha concluso Balestrino - anche per creare quell’ambiente sereno e rimuovere, quindi, quell’ansia che persiste”. Lotti ha voluto dedicare la sua donazione alla piccolissima Giulia, la nipotina nata prematura e scomparsa tre anni fa, dopo pochi giorni di vita, proprio a Neonatologia di Pescara. All’incontro di oggi era presenta anche la dottoressa Cristiana Marino, cognata di Lotti e mamma di Giulia: “Se ci fosse stata questa macchina – ha detto la Marino – mia figlia sarebbe viva”. Un dolore solo in parte superato grazie alla successiva nascita di Antonio, che oggi ha 2 anni.

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