''Il problema della sanità è la abnorme presenza dei privati''

Il rettore Di Orio

06 Febbraio 2009   13:24  

"Il problema principale della sanità abruzzese è rappresentato dall'abnorme presenza del settore privato, peraltro mal distribuito sul territorio regionale. Una politica di tagli indiscriminati penalizza soprattutto la sanità aquilana, rappresentata da un unico presidio ospedaliero pubblico che ha sempre assicurato elevati livelli di qualità assistenziale, sia nella sua componente ospedaliera che in quella universitaria". A sostenerlo è il rettore dell'Università dell'Aquila, Ferdinando di Orio. "Al Commissario Redigolo e all'assessore Venturoni - ha aggiunto - va ribadito che le dimensioni della sanità aquilana, in termini di posti letto, di unità operative attivate e di personale impiegato, sono già a livelli minimi per poter garantire un'adeguata funzionalità assistenziale, che oggi è resa possibile solo grazie all'abnegazione di tutto il personale sanitario sia ospedaliero che universitario. Un ulteriore ridimensionamento impedirebbe il normale svolgimento sia dell'attività assistenziale ospedaliera sia dell'attività formativa universitaria, che riguarda oltre 4.700 studenti, 500 specializzandi, 200 iscritti ai Master di I e II livello e 160 docenti, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della Facoltà medica aquilana". Secondo Di Orio "l'obiettivo del risanamento economico deve essere perseguito innanzitutto attraverso una razionalizzazione dell'offerta sanitaria privata che, forse è il caso di ricordarlo, nel 2008 ha comportato una spesa per la regione Abruzzo di oltre 160 milioni di euro per la sola rete ospedaliera privata". "La prospettiva, seppure complessa, sulla quale lavorare tutti insieme - ha concluso - è quella di una Azienda integrata ospedaliero-universitaria, che è giustamente presente nelle schede obiettivo allegate al Programma di Governo della Giunta regionale e relazionato al Consiglio Regionale in data 27 gennaio 2009".


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