'' Il progetto di bonifica della megadiscarica di Bussi va bocciato''

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05 Dicembre 2012   16:20  

Riceviamo da Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo e pubblichiamo:

'' I materiali tossici della megadiscarica “Tremonti” posta a pochissimi metri dal Fiume Pescara nel Sito Nazionale di Bonifiche di Bussi rischiano di rimanere lì per i prossimi decenni, come una spada di Damocle per l'intera Val Pescara.

Domani presso il Ministero dell'Ambiente si terrà la Conferenza dei Servizi istruttoria sul Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche di Bussi, riunione che dovrà approfondire una serie di progetti di messa in sicurezza e piani di caratterizzazione presentati da enti pubblici e privati.

Tra gli altri si discuterà un progetto presentato dal Commissario Goio riguardante la famigerata mega-discarica di rifiuti tossici “Tremonti” dove, a pochi metri dal fiume Pescara, sono presenti centinaia di migliaia di mc di materiale contaminato da sostanze tossiche e/o cancerogene.

Dopo aver già provveduto al cosiddetto “capping” (la copertura con teli per evitare l'infiltrazione delle acque piovane dall'alto) questo nuovo intervento prevede il posizionamento attorno al perimetro del sito di una palancolatura con profondità di 20 metri. Si tratta di una barriera di metallo che, secondo il progetto, dovrebbe evitare il contatto tra rifiuti e acqua di falda. L'intervento ha un costo di 4 milioni di euro.

Il WWF parteciperà alla conferenza dei servizi con un proprio rappresentante che esprimerà fortissimi dubbi sulla soluzione prospettata dal commissario.

In primo luogo non appare idonea a raggiungere lo scopo di impedire il contatto tra acqua di falda e materiale inquinato vista la particolare condizione di complessità idrogeologica del sito.

Il progetto non prevede simulazioni sul comportamento della falda dopo l'intervento e, quindi, non offre sicurezze sulla sua efficacia.

Tra l'altro nelle premesse del progetto si sostiene che il “capping” già realizzato ha risolto gran parte dei problemi di contatto tra acqua e rifiuti.

Allora perché intervenire con un progetto che costa quasi tre volte il “capping” stesso? In realtà i dati contenuti negli elaborati mostrano come effettivamente ancora oggi il materiale tossico è a contatto con l'acqua di falda visto che in alcuni punti dell'area questa è a profondità di poco più di un metro, a fronte di accumuli di materiale tossico di diversi metri.

La questione che ci preoccupa di più è che la costruzione di questo tipo di barriera, per stessa ammissione dei progettisti, è un intervento che di solito viene attuato quando si decide di far rimanere in loco il materiale inquinato con la cosiddetta Messa in Sicurezza Permanente, che è la seconda fase della procedura di bonifica.

In maniera fuorviante qui invece viene presentato nell'ambito della cosiddetta Messa in Sicurezza d'Emergenza che corrisponde alla primissima fase delle procedure di intervento in un sito inquinato.

Vorrebbe dire che il Commissario sta predisponendo il sito della discarica “Tremonti” affinché i materiali tossici rimangano lì per i prossimi decenni, a pochi metri dal principale fiume abruzzese.

Il WWF ritiene questa scelta inaccettabile anche perché una decisione del genere dovrebbe coinvolgere la popolazione dell'intera val Pescara e non avvenire inuna conferenza dei servizi che non è stata neanche pubblicizzata adeguatamente dal Ministero dell'Ambiente''

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