Il rischio di dissesto idrogeologico che incombe su Teramo

Miano, Colleparco e Carapollo

05 Marzo 2011   11:44  

Le pioggie battenti di questi giorni hanno riacceso l'emergenza rischio idrogeologico.

Costruzioni su terreni franosi, vicino agli argini dei fiumi, ponti troppo fragili, condutture troppo vecchie, manca la manutenzione ed alla fine si deve spendere dieci volte tanto per rifare e rattoppare.

Proprio qualche tempo fa il Presidente Chiodi e l'assessore ai Lavori Pubblici hanno nominato un nuovo commissario per il dissesto idrogeologico, purtroppo il giorno dopo lo stesso è risultato indagato e la nomina è stata congelata.

La Giunta ha comunque stanziato ben 40 milioni di euro per "risistemare" alcune aree abruzzesi fortemente a rischio, (è pur vero che per risanare tutto l'Abruzzo servirebbe un miliardo e mezzo di euro, scalpore suscitò l'esclusione di Teramo da qualsiasi contributo o progettualità per mettere in sicurezza quelle vere e proprie bombe ad orologeria che sono i quartieri di Miano, Colleparco e Carapollo.

Teramo è una città che negli anni '90 e 2000 si è fortemente espansa nell'area di Colleparco e Miano, dove sorge anche l'università, una collina che ci si mostra non appena usciamo dall'ultimo tunnel autostradale (direzione Giulianova), collina che però è formata da terra sedimentosa facilmente franabile, infatti ogni volta che piove per più di un giorno parte della collina frana sulle strade del quartiere, le stesse case portano i segni del movimento del terreno con forti crepe che pare di essere a L'Aquila.

Più volte abbiamo affrontato l'argomento su queste pagine, ma abbiamo sempre trovato facili scuse da parte di ogni amministratore che si è succeduto alla guida della città.

Oggi siamo come ieri, nulla è stato fatto e si continuano a rincorrere le emergenze, che poi costa molto di più che pianificare gli interventi.

Dall'altro lato c'è poi il quartiere di Carapollo, dove sorge anche la Teramo Ambiente, poco popoloso ma di sicura espansione.

La popolazione che ci abita ha tre strade di ingresso, passando sotto il ponte dell'autostrada, per un ponticello da dietro il cimitero e facendo il giro per la Specola (oltre 20 minuti di viaggio).

Sono ormai anni, ricordiamo già Sperandio, prima di Chiodi e Brucchi che sistemava ogni tanto quella strada sempre con lo stesso risultato, si spendevano soldi su soldi, ma visto il terreno, la stessa diveniva quasi impercorribile in due, tre mesi, non contando poi che essendo poggiata a bordo della collina in molti punti la stessa vi franava sopra già con mezza giornata di pioggia nemmeno intensa costringendo gli operatori comunali alla rimozione della terra e degli alberi che cadevano a intralciare la carreggiata.

La seconda via d'accesso, abbiamo detto, è un ponticello sul fiume Tordino, piccolo ed alto appena 50 centimetri sul piano dell'acqua, lo stesso serve alla TeAm per accedere con i mezzi pesanti al deposito.

Basta poco per renderlo inagibile, oltretutto fu rifatto qualche hanno fa e tutti si aspettavano di vederlo ben più grande e forte per arginare eventuali piene che ricorrono ogni anno, invece è rimasto tale e quale.

Anche di qui si rincorrono le emergenze.

Straordinari del personale, manutenzione non programmata, sbaglio di scelte e popolazione inferocita.

Oggi la storia si ripete, l'alluvione di qualche giorno fa è stata per una famiglia che abita lì orribile, hanno passato un'intero giorno senza poter uscire di casa, con tre figli di cui due piccoli, perchè le strade di accesso non erano percorribili e poi oggi hanno trovato la strada sbarrata per rientrare a casa e senza essere avvisati hano dovuto percorrere una strada ben più lunga ed ugualmente poco agibile dalla Specola.

L'emergenza ci può stare, ma abituarsi ad essa è da terzo mondo.

Chiediamo con forza che passata la calamità si faccia qualcosa per mettere in sicurezza questi quartieri teramani, chiediamo spiegazioni e progettualità immediatamente attuabili per evitare ulteriori sprechi e disagi alla popolazione.

Chiediamo anche di avvisare le persone che abitano a Carapollo della chiusura dei varchi d'accesso e di indicare le vie d'accesso alternative come in ogni paese civile.

Infine dove sono i 500mila euro già stanziati per Miano?

Abbiamo provato a contattare il Sindaco Maurizio Brucchi, ma purtroppo non ha potuto rispondere alle nostre domande, sul ripristino della viabilità perchè all'estero per un gemellaggio.

Proveremo a contattare la P.C. del comune di Teramo o attenderemo il rientro del Sindaco lunedì? A voi la parola.


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