Inchiesta Mare-monti: evitato un eco-mostro

20 Aprile 2010   14:02  

Nel servizio del Tg8, a firma di Luca Pompei, l'esultanza degli ambientalisti  aseguito dell''inchiesta Mare e Monti, che ha scongiurato la realizzazione di un eco-mostro nell'area protetta del lago di Penne.

Sara' interrogato intanto  venerdi' prossimo, alle 10, al carcere di Pescara, Carlo Strassil, arrestato ieri nell'ambito dell'inchiesta sulla realizzazione della S.S. 81 (Mare-Monti) su disposizione del gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis, e su richiesta del pm, Gennaro Varone.

Ieri e' stata anche perquisita l'abitazione di Strassil, che attualmente si trova in carcere a Roma, e gli investigatori hanno acquisito diversi documenti, tra cui anche quelli riguardanti le consulenze per la ricostruzione a L'Aquila.

INCHIESTA MARE-MONTI: PRC, LA POLITICA "HA CHIUSO GLI OCCHI"


Il Partito della Rifondazione comunista contesta la classe politica pescarese, sia il centrodestra che il centrosinistra, che ha avuto la possibilita' di intervenire per tempo nella vicenda della strada mare-monti, finita nel mirino della magistratura, ma non lo ha fatto e ha "chiuso gli occhi".

Si e' assistito ad un "balletto trasversale", e c'e' stato un "ostruzionismo trasversale" alla costituzione di parte civile da parte dell'amministrazione provinciale, negli anni scorsi. Lo hanno ricordato questa mattina Marco Fars e Sandro Di Minco, in rappresentanza del Prc, dopo l'arresto di ieri del progettista della mare-monti, Carlo Strassil.

"Quello che sta succeddendo oggi, ha detto Fars, noi lo andiamo dicendo da anni e da tempo abbiamo parlato del coinvolgimento dell'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso in questa vicenda.

Queste non sono inchieste che cadono dal nulla, spesso sono anticipate da chi ha cercato di amministrare correttamente la cosa pubblica".

Sandro Di Minco, ex consigliere provinciale del Prc, ha ricordato le battaglie portate avanti su questa vicenda, le perplessita' avanzate sul progetto e i tentativi di far dirottare i fondi dalla zona della riserva su un altro tratto della mare-monti, ma quando si e' trattato di votare "il Pdl non lo ha fatto, l'Italia dei valori ha chiesto di far continuare i lavori e il sindaco di Penne propose di spostare la riserva.

Anche l'Anas - ha concluso - difese il progetto a spada tratta e l'anno scorso si e' cercato di modificare il perimetro della riserva con una legge".


Il comunicato stampa del Wwf

Inchiesta sulla strada Mare-monti: avvio delle indagini grazie alle segnalazioni e all'esposto del WWF.

Dall'inchiesta sull'ecomostro che doveva essere realizzato nell'Oasi WWF del Lago di Penne starebbero emergendo, secondo le accuse della Magistratura, non solo reati ambientali ma anche gravissimi reati contro la pubblica amministrazione.

Il WWF interviene sull'inchiesta sul progetto della cosiddetta "Mare-monti", che oggi ha portato all'arresto di un progettista e ad oltre dieci persone indagate, secondo le informazioni riportate dalla stampa. La vicenda ha avuto inizio da un esposto presentato dal direttore dell'Oasi WWF del Lago di Penne e da diverse segnalazioni che l'associazione fece pervenire agli inquirenti.

In quei giorni del 2008 il cantiere della cosiddetta Mare-monti entrò, senza alcuna autorizzazione, per centinaia di metri all'interno del perimetro dell'Oasi, che è dichiarata Riserva Naturale Regionale. In breve, con un accesso agli atti, l'associazione scoprì che negli elaborati del progetto della strada depositati presso il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione il confine della riserva risultava spostato rispetto a quello reale, tanto da far ricadere la strada al di fuori dell'area protetta. Seguì il sequestro da parte della Forestale.

Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF "Con il nostro intervento e con l'azione immediata del Corpo Forestale dello Stato di Pescara comandato da Guido Conti abbiamo scongiurato la realizzazione di un vero e proprio ecomostro all'interno di una delle aree protette più famose d'Italia. Il tutto spendendo decine di milioni di euro in un progetto mastodontico con grandi viadotti, cambiato in corso d'opera più volte.

Nel 2008 abbiamo realizzato un depliant che illustra bene le enormi criticità di questo intervento sia dal punto di vista dell'impatto ambientale sia dal punto di vista dell'uso delle risorse pubbliche. In questi anni abbiamo subito pressioni enormi da chi ci additava di aver bloccato un'importante opera pubblica, arrivando a proporre di spostare la riserva per consentire la realizzazione dei viadotti. Non sarebbe stato meglio dedicare il proprio tempo alla ricerca delle responsabilità amministrative di questo scempio?

Non sarebbe stato opportuno seguire le nostre proposte per risolvere il problema della mobilità nell'area in maniera più sostenibile, da tutti i punti di vista? Più in generale sembra emergere che troppo spesso queste grandi opere paiono ideate e realizzate più per l'interesse di progettisti e imprese che non per risolvere i problemi dei cittadini e perseguire il reale interesse collettivo".

 


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