Inchiesta Pescara, chiesto il rinvio a giudizio per D'Alfonso

Con l'ex sindaco anche Carlo e Alfonso Toto

24 Luglio 2009   16:23  

Il pm del tribunale di Pescara, Gennaro Varone, ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, e gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto, nell'ambito della prima tranche dell'inchiesta, denominata "Housework", su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara. La richiesta, che conta 46 pagine e in allegato una memoria del pm di 100 pagine, riguarda anche altre 23 persone. Tra gli imputati il dirigente comunale Guido Dezio e l'imprenditore Massimo De Cesaris, che il 15 dicembre scorso finirono agli arresti domiciliari insieme a D'Alfonso . L'inchiesta e' focalizzata sui lavori pubblici, tra cui quelli riguardanti i cimiteri e l'area di risulta, e sulla pubblicita' istituzionale. I 26 imputati devono rispondere, a vario titolo, di concussione, corruzione, tentata concussione, peculato, falso ideologico, truffa, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, abuso d'ufficio, favoreggiamento e turbata liberta' degli incanti. A Luciano D'Alfonso, Guido Dezio, Marco Molisani, Luciano Di Biase, Vincenzo Cirone, Antonio Dandolo, Pierpaolo Pescara, Marco Presutti, Fabrizio Paolini, Giampiero Leombroni, e' contestata l'associazione per delinquere: "D'Alfonso capo e promotore, gli altri partecipi, al fine di commettere una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica ed il patrimonio' volti 'al reperimento di risorse per l'arricchimento personale, per il finanziamento dell'attivita' politica di Luciano D'Alfonso e per la propaganda presso i potenziali elettori in favore del sindaco". Gli atti relativi all'inchiesta sono raccolti in oltre 50 faldoni a cui si aggiungono 40 scatoloni contenenti il materiale sequestrato nel corso delle indagini. Ora tocca al gup fissare la data dell'udienza preliminare.


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