Le recenti esternazioni del Governatore Chiodi in margine alla tavola rotonda organizzata a Pescara dalla Università Telematica Leonardo da Vinci, a parere della scrivente segreteria provinciale di Pescara risultano offensive per i medici da noi rappresentati e meritano di essere rispedite al mittente integralmente. Desideriamo evidenziare i seguenti argomenti:
Mantenere in conti in ordine, eliminare gli sprechi, valorizzare il capitale umano, investire in prevenzione, valorizzare le eccellenze e le best practice, raggiungere i benchmark previsti dal Ministero per i Lea, garantire un'offerta sanitaria pubblica di qualità e creare una maggiore integrazione tra sanità pubblica e privata appaiono enunciazioni vuote e vaghe, visto che apparentemente non sono state ancora conseguite dalla politica regionale. Tali precetti sono ancora disattesi al punto che la Regione Abruzzo è stata ancora considerata inadempiente per i piani di Rientro 2009 e 2010. Tanto che il governo ha erogato solo 1/3 dei 178 milioni di euro che competono alla Regione per gli adempimenti del Piano di Rientro. Non vediamo responsabilità della dirigenza medica;
Problema aumento della spesa farmaceutica. Perché non si pensa che l'aumento della spesa farmaceutica possa essere in qualche modo correlato alla riduzione dei ricoveri ospedalieri? Se i due fenomeni non vengono correlati all'integro di un quadro organico esplicativo si rischia di operare tagli laddove c'è bisogno di mantenere dei livelli di spesa necessari per l'assistenza collettiva.
Perché offende gli operatori sanitari, inclusi i medici che più' di tutti stanno pagando le inefficienze e le incapacità di una classe dirigente regionale, facendo trasparire in chiaroscuro che la conoscenza personale permette di accorciare le liste di attesa? Forse non pensa che le lunghe liste di attesa siano riferibili a motivi organizzativi e gestionali del suo assessorato e/o dei suoi Direttori Generali? Dovrebbero forse vergognarsi di qualcosa quegli operatori che per rendere un servigio a chi sta male, si trattengono al lavoro o peggio, lavorano con una maggior pressione e intensità?
Concludo con il problema del terremoto di L'Aquila, del codice T09 e della impennata di prestazioni e costi per la le casse della Regione! Lo sa il governatore che complessità e che tipologia di bisogni hanno avuto i concittadini aquilani all'indomani del terremoto. Lo sa che una intera città è stata spostata in altri territori d'Abruzzo e spesso tali persone non sono riuscite a portare con se né un vestito, delle scarpe, dei farmaci o della documentazione sanitaria utile. E cosa avrebbero dovuto fare i colleghi medici, rifiutarsi di farmaci o esami diagnostici e di laboratorio per pazienti privi di qualsiasi documentazione, e con un ospedale rimasto isolato telefonicamente per giorni?
La scrivente organizzazione sindacale solleva il seguente problema: se qualcosa non funziona ancora in un sistema complesso come in un sistema sanitario che coinvolge 1.300.000 cittadini, le responsabilità partono dalla politica, si trasmettono alle Direzioni Aziendali che hanno funzione gestionale e solo alla fine della filiera coinvolgono i medici. Ma se un medico sbaglia una diagnosi, non credo proprio che consideri responsabile l'assessore alla sanità del proprio errore!
Dr. Vittorio Di Michele
Segreteria Aziendale ANAAO ASSOMED