L'Abruzzo da scoprire: Rocca San Giovanni e la sua stupenda costa sui travocchi

31 Agosto 2013   09:37  

Rocca San Giovanni, è un borgo medievale situato su uno sperone roccioso tra la foce del fiume Sangro e quella del torrente Feltrino in provincia di Chieti. Dall'alto dei suoi 155 metri sul livello del mare domina la terra circostante ricca di torrenti , rigogliosa di vegetazione e di colture di agrumi, cereali e vigneti.

Il Borgo di Rocca San Giovanni è stato certificato come uno dei "BORGHI PIU' BELLI D'ITALIA".

Si tratta di un prestigioso attestato dell'A.N.C.I. che conferma il patrimonio architettonico e storico di questo villaggio, che ha conservato, nei secoli, una ricchezza di reperti e testimonianze delle origini.

 

LA STORIA

La storia e le origini di questo centro sono strettamente legate alla vita dell’Abbazia di San Giovanni in Venere. Il primo documento storico in cui viene menzionato l’abitato è un diploma del 1 marzo del 1047 dell’ imperatore Enrico III indirizzato appunto al monastero di San Giovanni in Venere.

L’antico borgo fu fondato nell’ XI sec. da Oderisio I abate di San Giovanni in Venere che fece edificare il castello e pensò di raggruppare le popolazioni sparse per i casolari campestri in una cinta di mura con lo scopo di dare rifugio, in caso di incursioni , sia agli abitanti che ai monaci intorno a Rocca. Inoltre l’abate inizia la costruzione di monumenti e chiese tra cui la Parrocchiale di San Matteo.

Nel 1195 Rocca San Giovanni passò all’Abate Oderisio II, considerato uno dei migliori nel governo del Monastero, tanto che per i suoi meriti insigni fu nominato Cardinale. Agli inizi del 1200 ingrandisce l’abitato, espande le mura rendendole più possenti , fa costruire tre torri quadrangolari e completa la parrocchiale di San Matteo.
Tra il 1346 e il 1381 l’abbazia di San Giovanni in Venere e la Rocca, in lotta con Lanciano, vivono momenti difficili, che si concludono con l’incendio del borgo.
Poi nel 1456, un forte terremoto rade al suolo buona parte delle abitazioni e della cinta muraria. Nel 1530 i pirati turchi compiono incursioni nel paese facendo prigionieri dei giovani, allora Rocca si munisce di torri di avvistamento per prevenirne le loro scorribande. Ma un altro forte terremoto nel 1627 porta morte e distruzione. La cinta muraria viene poi ricostruita ad opera dei Benedettini che si prodigano molto nel loro restauro.

ll borgo partecipa ai moti carbonari , ai quali seguono anni di dura repressione.

Giustino Croce , nato a Rocca nel 1838 , fu un patriota che si impegnò con grande coraggio alla diffusione degli ideali di un’Italia unita presso le classi meno agiatee nel 1860guida l’insurrezione popolare e strappa il vessillo borbonico . Gli eventi post-unitari furono notevolmente influenzati dalla presenza della famiglia di Giustino Croce e di suo figlio Ettore, infatti a Rocca San Giovanni si costituì un forte contingente di volontari della guardia nazionale che diedero un notevole contributo alla lotta al brigantaggioe si fece promotore per la costruzione del Palazzo municipale di Piazza degli Eroi e per l’apertura della prima scuola elementare in provincia di Chieti indirizzata ai ragazzi analfabeti delle campagne. Morì a Rocca a 55 anni.

Nel mese di aprile del 2011 è stato a lui intitolato il Palazzo Civico su cui è stata apposta una targa in suo onore. Rocca fu pesantemente coinvolta dagli eventi bellici dell’inverno 1943, che portarono alla distruzione di molte case e dell’antica torre a sud del paese, mentre la Chiesa, il campanile e il camposanto furono danneggiati gravemente dagli attacchi aerei. La diffusione del fascismo, dopo il 1922, fu ostacolata dal deputato comunista Ettore Croce figlio di Giustino.

Rocca fu pesantemente coinvolta dagli eventi bellici e liberata da un contingente di truppe canadesi il 3 dicembre 1943, dopo la sanguinosa battaglia del fiume Sangro. Il dopoguerra venne contraddistinto dalla presenza, quale amministratore pubblico dal 1956 al 1976 del dott. Francesco D’Agostino, medico e fondatore della Cantina Sociale “Frentana” . 

IL CENTRO STORICO

Il cuore il “salotto” del paese l’elemento che lo caratterizza e che colpisce il visitatore è l’elegante Piazza degli Eroi considerata la più bella della provincia con il complesso parrocchiale di San Matteo Apostolo , l’attigua torre campanaria e il Palazzo municipale.

La creazione di una piazza centrale grandiosa ed armonica fu concepita nel 1862 demolendo le antiche abitazioni e progettando un Palazzo municipale che doveva superare in altezza la Chiesa parrocchiale per indicare la superiorità del potere civile su quello religioso.

La arredano il complesso parrocchiale di San Matteo con l’attigua Torre campanaria del XIII secolo a pietra viva dalla forma slanciata, unica superstite delle tre antiche torri quadrangolari raffigurate anche sullo stemma del paese e il Palazzo Municipale del XIX secolo di ispirazione classica, sede di un’interessante raccolta di opere d’arte. Discendendo lungo il corso attraverso piccoli pittoreschi vicoli, che un tempo pulsavano di vita, si raggiunge una splendida terrazza panoramica dalla quale è possibile ammirare la valle sottostante 

LA CHIESA PARROCCHIALE

La Chiesa parrocchiale di San Matteo Apostolo, fatta edificare dall’abate Odorisio in stile romanico, è ancora dotata delle originarie arcate gotiche, la sua struttura attuale, risale al 1200.

L’interno si compone di tre navate divise da piloni che sorreggono cinque arcate a sesto acuto per lato e termina ad absidi semicircolari, come a San Giovanni in Venere. Le arcate sono a doppia ghiera, secondo l’uso del tempo; la zona presbiterale, è anch’essa di costruzione moderna, essendo sparita ogni traccia delle antiche absidi.

All’interno sono conservati: una statua lignea della Madonna delle Grazie del secolo XIX, una tela Madonna col Bambino di scuola bizantina del XIV secolo e l’affresco dell’Ultima Cena di Amedeo Trivisonno. Per le sue caratteristiche interne la Chiesa di Rocca San Giovanni rimane unica nel suo genere nella zona frentana.

IL PALAZZO MUNICIPALE

La sua costruzione fu iniziata nel 1862 dopo l’unità d’Italia. Di ispirazione classica fu costruito per riaffermare la rinascita delle istituzioni civiche e possiede una caratteristica unica nella provincia di Chieti: è l’unico edificio comunale che e’ stato costruito per fungere effettivamente da Municipio.

Il palazzo è ad impianto quadrato ed in stile neomedievale lombardo. Al pianterreno è sito un porticato costituito da tre archi a tutto sesto, al primo piano tre aperture con arco sempre a tutto sesto, immettono al balcone con balaustra traforata. La parte centrale della facciata è leggermente avanzata rispetto al resto dell'edificio ed è realizzata in blocchi squadrati di arenaria. All'interno una imponente scalinata d’onore immette nell’ampia sala consiliare. Dal 2001 all'interno vi si svolge una mostra di arte contemporanea che raccoglie sculture, pitture ed incisioni poste sullo scalone interno principale e nella sala consiliare.  

LE MURA

Le mura a scarpa in ciottoli di pietra circondavano un tempo l’intero borgo medievale di Rocca San Giovanni e costituivano la cinta fortificata che offriva riparo alle popolazioni del circondario in caso di assedio.

Resti significativi delle imponenti mura della Rocca, culminanti con l’ancora ben conservato Torrione dei Filippini, sono posti lungo via abate Odorisio e testimoniano l’antica funzione del paese: una rocca a difesa dell’abbazia di San Giovanni in Venere.

Delle mura restano oggi solo alcuni avanzi nella parte orientale, che ricostruite nel 1628, sono state successivamente restaurate nel 1970 mentre le altre mura furono abbattute per dar modo al paese di estendersi e abbellirsi. 

IL MARE DI ROCCA SAN GIOVANNI

Rocca San Giovanni non solo è uno dei borghi più affascinanti della costa abruzzese, ma possiede un lido che per la limpidezza delle sue acque ha meritato più volte la Bandiera Blu d’Europa e anche quest'anno ha avuto le 4 vele di Legambiente. Il punteggio le è stato assegnato non solo in base alla qualità delle acque ma anche in base ad altri elementi come la valorizzazione del paesaggio e dei prodotti tipici, la qualità dell’aria e dell’ambiente.

L’aspetto più affascinante di Rocca San Giovanni è quello dei profumi che raggiungono ogni angolo del paese: ulivi, arance, nespole ma anche pini, ginestre e finocchio selvatico che dalle spiagge salgono su per i sentieri verso la collina.

Due sono i sentieri più caratteristici:

Il sentiero della Pineta in un km e mezzo di passeggiata conduce dalla Pineta al Fosso delle Farfalle, passando attraverso un ruscello, piccoli laghetti e una folta vegetazione.
Il Sentiero della Fonte segue il cammino che le donne percorrevano per andare alla Fonte a lavare e rifornirsi d’acqua.

Il lido di Rocca San Giovanni è caratterizzato inoltre da scorci suggestivi sul litorale con sinuose insenature e piccole candide spiagge ciottolose tra cespugli di ginestre e fazzoletti di terra coltivati . La più grande è quella in località la “Foce” : un piccolo gioiello costiero raggiungibile svoltando al chilometro 484-IV della Statale 16 che corre rettilineo per oltre 600 metri e si stende tra l'antico borgo di Vallevò e Punta Torre, dove sorge l'omonimo Trabocco ancora utilizzato per la pesca di novellame e cefali.

Vallevò è uno degli angoli più pittoreschi della costa abruzzese è un lembo di terra 

stretto fra un mare limpidissimo e morbide colline che si raccoglie in una manciata di case basse affacciate sugli orti, alcuni Trabocchi, e un porto domestico popolato da piccole barche e numerose trattorie che preparano ottime pietanze con il pescato locale.

L’entroterra di Vallevò, al pari della costa, offre notevoli motivi di interesse: la morfologia del suolo è infatti caratterizzata dalla presenza di avvallamenti, i cosiddetti Fossi, disposti perpendicolarmente alla costa e solcati da torrenti che ospitano, tra la vegetazione, delle grotte naturali, che furono, durante la guerra, sicuri nascondigli per partigiani e sfollati.

Il fosso più interessante nella zona di Vallevò è certamente quello delle Farfalle che segna il confine comunale tra i territori di San Vito e Rocca San Giovanni. Al suo interno, in cui scorrono acque perenni alimentate da piccole sorgenti, è racchiuso uno scrigno inaspettato di bellezze e valori naturali di grande interesse.

L’alta e costante umidità permette lo sviluppo di una vegetazione rigogliosa tipica delle più ampie vallate fluviali, ricca di specie arboree e arbustive come pioppi, salici, olmi ma anche il più raro ontano nero e la farnia, una quercia dalle spiccate caratteristiche igrofile.

Per quanto concerne il regno animale, invece, comuni sono i mustelidi, in particolare la faina e il tasso, e i piccoli roditori come il moscardino e il topo quercino. Particolare interesse riveste la presenza dell’ormai raro granchio di fiume, il Potamon fluviatile.

 

LIDO: Cavalluccio

Un’altra spiaggia del Comune di Rocca San Giovanni.
tra più belle della Costa dei Trabocchi è quella del Cavalluccio, a metà strada tra Vallevò e Fossacesia Marina; la baia è facilmente raggiungibile: dalla SS 16 seguendo le indicazioni per l’omonimo ristorante “Il Cavalluccio“.

La spiaggia, lunga circa trenta metri e larga quattro, per lo più sabbiosa, è caratterizzata da un Trabocco ancora in uso e da un grande faraglione chiamato lo scoglione.
Sulla sinistra, raggiungibile a nuoto, una caratteristica rimessa per piccole imbarcazioni e tre lunghe scogliere .Alle spalle della baia, imponente, il promontorio sale in verticale verso il cielo offrendo al visitatore uno spettacolo indimenticabile.

EVENTI TRADIZIONI

Il 9 e 14 Agosto si celebrano la festa della natura, la giornata dell'emigrante e il festival della fisarmonica.
Rocca San Giovanni è molto frequentata, soprattutto d'estate per i molti eventi musicali teatrali e religiosi che vi avvengono e per le bellissime e grandi spiagge che accolgono i turisti amanti del mare e quelli curiosi di conoscere l'arte della pesca per mezzo dei caratteristici trabocchi. 

I PRODOTTI

Denominata città del Vino, Rocca vanta due cantine La Frentana e la Cantina San Giacomo che producono vini Doc Montepulciano d’Abruzzo e Trebbiano d’Abruzzo. Se i vigneti si perdono a vista d’occhio, gli ulivi non sono da meno: dalle olive Gentile di Chieti si ricava l’olio Dop: Colline Teatine, un fruttato dai sentori erbacei e di colore verde oro. 

La Costa dei Trabocchi, regala inoltre una varietà tipica di arance.

PIATTO TIPICO

Acciughe o sardine, mollica di pane, aglio, prezzemolo e olio extravergine di oliva sono gli ingredienti per preparare la “palazzole”, piatto tipico della tradizione marinara locale. Il pane va sbriciolato, si tagliano prezzemolo e aglio, si dispone il pesce a strati alternando gli ingredienti e si inforna.

 

Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli


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