L'Aquila: 250 diffide al Comune per pratiche urbanistiche

23 Febbraio 2011   19:29  

Sono 250 le diffide presentate al Comune dell'Aquila relative a pratiche urbanistiche su aree con un vincolo fissato dal piano regolatore e decaduto per la scadenza dei termini, sulle quali l'amministrazione non si è pronunciata dando luogo alla reazione dei cittadini. In 50 casi, visto che il Comune non si è adeguato al nuovo termine perentorio, il Tar, al quale i cittadini si sono rivolti nel frattempo, ha nominato commissari ad acta, cioé tecnici incaricati di dare una riposta. Cinque di questi casi sono stati già definiti. I commissari hanno un notevole potere decisionale perché sono chiamati a normare nuovamente un'area con un vincolo fissato anni prima dal piano regolatore e decaduto per la scadenza dei termini: ogni commissario è responsabile di una pratica singola, quindi l'effetto per l'amministrazione comunale é molto negativo: da una parte perde il controllo della pianificazione urbanistica, dall'altra la stessa non sarà caratterizzata da una strategia complessiva di sviluppo della città in quanto i commissari decidono su casi singoli. "Il Comune dell'Aquila - spiega il dirigente regionale Francesco D'Ascanio, uno dei commissari ad acta, - è storicamente inerme su questa vicenda, e i privati, ispirati anche dai consulenti legali, da tempo hanno cominciato a diffidare l'Ente affinché si decida a normare di nuovo queste aree. Il fenomeno si era sviluppato in particolare con la passata amministrazione e non si è attenuato con quella attuale. Certo, ha influito anche il terremoto".


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