L'Aquila, Ad 8 Anni Dal #Sisma, "La Cerella" Chiede Aiuto: "Riaprite La Strada O Morirò"

"La Mia Attività Produttiva Danneggiata Dai 'Potenti'"

06 Aprile 2017   10:18  

Oggi è il 6 aprile 2017. 
Un giorno che L’Aquila non dimenticherà. Un giorno che 8 anni fa ha distrutto vite, famiglie, paesi….L’Aquila stessa. 

Sono stati 8 anni difficili per tutti. E’ stata dura cercare di far riprendere la città, e lo sarà ancora per chissà quanti anni prima che si ritorni ad un “com’era prima”.

Una cosa è certa però, tutti i cittadini si sono rimboccati le maniche e hanno lottato e cercato di fare del loro meglio per andare vanti, per aiutare, per cercare di ricostruire non solo le case, ma la propria vita e le proprie attività.

Ed è proprio in quel giorno maledetto che Riccardo, cuoco e persona squisita del Ristorante La Cerella a Sassa viene contattato per preparare 400 pasti al giorno, si avete capito bene: 200 a pranzo e 200 a cena, per sfamare tutti coloro che sono giunti in arrivo della popolazione colpita dalla tragedia.

Non c’è stato tempo per lui per piangere, solo il tempo di indossare il grembiule, quel 6 aprile.

E così giorno dopo giorno, per quattro mesi interi senza sosta, senza ne sabati ne domeniche, senza ne giorno ne notte da quella cucina si sfornavano pasti su pasti.

Non ha mai esitato Riccardo, ha aiutato senza pensarci un attimo.

E per uno scherzo del destino, 8 anni dopo lo stesso giorno in cui lui ha aiutato la sua città, la sua città gli sbatte le porte in faccia chiudendogli la strada di accesso al ristorante, a quello stesso ristorante generoso di cui sopra.

Un cantiere aperto da ormai più di una anno quello della linea ferroviaria SULMONA- TERNI che prevede la chiusura del passaggio a livello posto propio all’ingresso della strada che porta al Ristorante “La Cerella”.

Cento metri di strada fatali.

L’alternativa, chiaramente più scomoda essendo a 600 metri di distanza, è in via di costruzione, e non sarà pronta prima di giugno perché LORO, i POTENTI, COLORO CHE FIRMANO PER IL GUSTO DI FIRMARE, COLORO CHE FIRMANO SENZA PENSARE COSA E CHI LA LORO FIRMA PUO’ DANNEGGIARE, hanno firmato la chiusura della strada PRIMA DI APRIRE L’ALTERNATIVA.

Ora mi chiedo come si può agire in questo modo? Come si può danneggiare un attività produttiva in una città che ha faticato a riprendersi?

Certo sicuramente chi lo ha deciso e ha firmato l’ordinanza non avrà una partita iva.

Sicuramente il 27 di ogni mese gli arriva la busta paga e, firma o non firma, non gli cambia nulla.

A Riccardo e ai suoi dipendenti però quella firma ha cambiato e cambierà le loro giornate.

Impossibile raggiungere il ristorante se non facendo strade interne e di campagna sconosciute anche a Google Maps.

Ma questo ai POTENTI che gli frega?

Ai lavoratori e alle associazioni che avevano stipulato un contratto con il Ristorante, che puntualmente a mezzogiorno andavano a mangiare un pasto caldo e rapido cambierà: già perché con quella strada chiusa è impossibile in 40 minuti (il tempo di una pausa pranzo) raggiungere il ristorante dalle loro sedi, pranzare e ritornare in orario in sede. Ma questo ai POTENTI che gli frega?

Bastava solo attivare il cervello, e spostare l’ordinanza di 2 mesi. Aperta l’alternativa si chiudeva la strada. Invece no, l’ordinanza è arrivata. I blocchi di cemento hanno sbarrato la strada.

Tutto in prossimità delle feste quando i cantieri sono chiusi. 

Forse i POTENTI a questo non ci hanno pensato, forse sono troppo occupati a pensare a dove trascorrere la Pasquetta. 

Il menefreghismo e il poco rispetto per chi lavora mi fanno ribollire il sangue.

Chi suda e si preoccupa di mandare avanti la città, se non è seduto in una poltrona di velluto può anche sbattersi, nessuno lo considera.

E’ una vergogna.

E questa è una denuncia di una cittadina stanca di vedere come vanno male le cose. 

Mettetevi la mano sulla coscienza e riaprite quella strada. SUBITO.


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