L’Aquila capoluogo, Properzi: “Proposta da migliorare, la strada è la Macroregione mediana”

21 Gennaio 2015   11:57  

La proposta di legge sull’Aquila capoluogo presentata dal consigliere regionale Pietrucci (l’unico aquilano, si badi bene)  non è probabilmente il meglio che si poteva fare. Si poteva far meglio, ma molti dei critici di oggi, pur avendone potenzialità istituzionali non lo hanno fatto o non hanno saputo farlo.

Lo stesso Consiglio comunale, da me in tal senso più volte sollecitato (vedi proposta delibera sul Doc. Programmatico per il PRG), non ha mai ritenuto di affrontare il tema del ruolo della città in riferimento alla sua area geografica, che non è solo la regione. Il tema è sicuramente questo, ma non va risolto in un Consiglio comunale aperto dove si è sovrastati dalle invettive di De Matteis contro Cialente e viceversa, ma soprattutto senza un preventivo e partecipato approfondimento, per questo non ho firmato la richiesta di convocazione recentemente avanzata.

La proposta di legge riflette l’assenza di idee in merito, ma denuncia anche una subordinazione politica del governo della città a quello regionale. E’ quindi in termini politici che deve essere valutato quale è il problema  della scarsa incidenza dell’Aquila, ma solo dopo aver ben posto i problemi del suo modello di sviluppo: avendo cioè in mano un progetto di sviluppo sul quale si è trovata una coesione e si può alzare la voce.

Penso che la proposta Pietrucci sia stata confezionata in breve tempo, con scarsa partecipazione, un po’ di ingenuità, solo per dare un segnale di presenza, ma se non altro ha smosso le acque. Si tratta ora di mettere in moto, se lo si vuole, due attività scarsamente praticate in città: elaborare una proposta di nuovo assetto per lo sviluppo delle città e cooperare per costruire coesione sociale.

Rispetto ad una confusa, quanto mediaticamente pervasiva Macroregione Adriatico –Ionica, poi trasformata  in Euro - regione Adriatica, non esiste infatti sul tavolo politico regionale una visione alternativa che tenga conto dell’esistenza dell’Aquila, di questo dobbiamo tener conto.

Eppure è stato elaborato uno studio – bene ha fatto il consigliere comunale Palumbo a ricordarlo qualche giorno fa -  promosso in sede istituzionale (Ministero Infrastrutture e trasporti / Regione Abruzzo, Assessorato Lavori Pubblici) sul ruolo della città. Esso fornisce una lettura che riconosce diversi sistemi insediativi tra loro interagenti, ed una macro struttura basata su Telai infrastrutturali, spesso ancora incompleti.  Ne deriva il rafforzamento della centralità di una cerniera costituita dai poli L’Aquila, Sulmona, Avezzano e Carsoli la cui dimensione (massa critica) è di circa 300.000 abitanti in un’area di prima influenza che è di oltre 1.000.000 di abitanti nella dimensione Macroregionale, quella della Macroregione “Mediana”.

Questa è una visione non conflittuale con la Euro - Regione Adriatica e da un  punto di vista metodologico coerente con le cose che Luciano D’Alfonso ha sempre detto.  Si tratta di passare dallo studio alla condivisione politica, cosa che i nostri amici della costa stanno facendo. Noi che aspettiamo?

Ritengo pertanto che sia opportuno andare in Consiglio comunale: ma per sviluppare una riflessione compiuta sul ruolo della città, riflessione condivisa da tutta la società locale. Questo comporterà, lo si spera, anche una rimodulazione radicale del Programma di mandato, votato dal Consiglio e restato per l’80% inattuato.

 


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