6 marzo 2010. Undici mesi dopo il sisma. La neve bianchissima sembra un sudario sulla città vecchia distrutta e silenziosa.
Ma a scaldarla e ad rianimarla di voci, idee e colori, ci penseranno, oggi e domani gli aquilani, i cittadini che anche per opposte ragioni, torneranno nelle loro piazze e nelle loro strade, riannodando così le trame della partecipazione e della vita civile.
Si comincia questa sera alle 17, quando torneano ad ardere le fiaccole, dalla Fontana luminosa alla Villa Comunale, per la giornata della memoria,che chiede legalità, verità e giustizia, per tutte le vittime di case costruite male, di mancati allarmi, di prevenzioni postume.
A L'Aquila e in tutta Italia. Ed ecco perché parteciperanno insieme ai familiari delle vittime della casa dello studente, anche il movimento delle agende rosse di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia, i familiari delle vittime della ThyssenKrupp a quelli di Viareggio e di Giampilieri, l’associazione Libera e Articolo 21.
Domani domenica tornerà poi in zona rossa dalle 9,30 del mattino, il popolo delle carriole per continuare a rimuovere le macerie di Piazza Palazzo.
Slogan provocatorio: ''Io le cose non le lascio a metà''.
Continuerà anche la raccolta di firme per chiedere al governo la istituzione di una tassa di scopo.
E sempre domenica mattina, dalle ore 11, alla villa Comunale si terrà un'altra manifestazione questa volta per esprimere gratitudine e per sostenere il capo della Protezione civile Guido Bertolaso.
Un'iniziativa nata su Facebook, che a L'aquila è diventato uno dei pochi luoghi di incontro per i cittadini sparsi in tutta la Regione e rimasti senza più veri spazi comuni.
Spiega l'organizzatore Carmelo Marotta ex consigliere di circoscrizione di Camarda: '' Vogliamo che venga riconosciuto a Bertolaso e a tutto il sistema della Protezione civile il giusto merito per quello che hanno fatto all’Aquila per noi terremotati. Non accettiamo che un eroe nazionale venga messo alla berlina''.
Comunque la si pensi, L'Aquila torneerà in questo fine settimana a vivere, ed è questo l'importante.
Filippo Tronca
