L'Aquila il giorno dopo. Parole d' ordine: calma e signorilità

Le analisi sul piano tecnico e ambientale

10 Giugno 2013   16:18  

Due riflessioni per analizzare Teramo – L’Aquila il giorno dopo. La prima sul piano tecnico, la seconda a livello ambientale.

“Magari mi metterò a petto nudo se dovesse succedere quello che tutti sogniamo, ma per oggi niente entusiasmi” il succo del discorso di un mister, Giovanni Pagliari, che domenica dopo domenica sta sempre più convincendo gli aquilani. Soprattutto per un realismo ed un pragmatismo che affonda le radici in un equilibrio a molti sconosciuto in città, calcisticamente parlando. E ora sono già centinaia, manco a dirlo, gli aquilani che sperano di vedere domenica prossima Pagliari gironzolare per il Fattori a petto nudo. Ma per il momento, calma e sangue freddo. E, giusto per ripetere un’ ovvietà, nulla è fatto. Non tanto per scaramanzia, quanto perché il Teramo visto all’ opera ieri ha difettato solo nel gol. E’ vero, è stata brava L’Aquila a chiudere gli spazi, ma al Diavolo è mancato solo l’ episodio. Quello che invece è stata brava a sfruttare L’Aquila di Infantino. Perciò, c’ è da stare affatto tranquilli per il ritorno, perché al Diavolo basterebbe concretizzare una delle quattro o cinque palle gol costruite per riaprire tutto. Calma, calma, calma. 

La seconda è a livello ambientale. Non per tornarci su, ma per guardare al futuro. E pur senza voler partecipare al giochino della percentuale di chi sia stata la colpa del parapiglia in tribuna, la cacciata della dirigenza rossoblù dalla tribuna, è un gesto che si commenta da solo. Con un punto interrogativo grosso quanto una casa sull’ organizzazione di un servizio di sicurezza inadeguato ad un evento e ad un pubblico del genere.

Così come si commentano da soli il “terremotati” rivolto ai tifosi rossoblù, che per tanti è suonato come una stilettata al cuore, ed i sassi scagliati sulle macchine in corsa sulla super strada a rischio, veramente, dell’ incolumità pubblica.

Ma, c’ è un ma. Di fronte ai tanti commenti pieni di rabbia e voglia di rivalsa che si stanno levando in queste ore dal Capoluogo, siamo convinti assertori della razionalità. E della signorilità. Andremo controcorrente, ma tant’ è. Facciano e pensino ciò che vogliono i tifosi, ma dalla società, ovvero da chi rappresenta un club, dei colori, una storia e una città, domenica prossima ci aspettiamo signorilità. Ci piacciono le società generose e con stile, stimiamo i dirigenti carismatici, educati e nobili d’ animo. E se gli altri commettono l’ errore di far finta di nulla o di passare dagli insulti alle dichiarazioni al miele, non si cada nella stessa contraddizione. Perciò, se il Teramo è considerato veramente società amica, che si tratti da tale. Inutile metterla in caciara. A questo punto L'Aquila avrebbe tutto da perdere. D’ altronde è in ballo il futuro e per una volta, puntando al cielo, che si guardi alla luna e non al dito. Con lungimiranza e, soprattutto, con umile superiorità intellettuale.  

Alessandro Fallocco    


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