L'Aquila, l'Enel Gas chiede spostamento contatori. E' polemica

24 Settembre 2010   10:32  

Da un lettore, rappresentante di una società di gestione di condomini, riceviamo e pubblichiamo questa lettera che denuncia i ritardi che ancora una volta la burocrazia provoca, in questo caso non alla ricostruzione vera e propria, ma al rientro degli sfollati nelle proprie abitazioni riparate. E' una situazione ben nota a tutti i cittadini del cratere, pubblichiamo qesta segnalazione affinchè chi di competenza chiarisca una volta per tutte cosa è previsto dalle normative per il riallaccio del gas metano.

La lettera.

Ancora una volta sono costretto a scrivere denunciando alcuni problemi degli aquilani, già tartassati dalle note vicende passate. Sono Massimiliano Aniballi e scrivo in rappresentanza della soc ACR, che rappresento e che si occupa di gestioni condominiali a L'Aquila.

Ormai molti fabbricati di tipo B o C stanno ultimando i lavori di ripristino dei danni causati dal terremoto; al momento di chiudere i lavori, prima di  poter rientrare a casa, sorgono i  problemi legati sia al ripristino di danni che, anche se non direttamente causati dal sisma, sono il risultato diretto di opere di messa in sicurezza o, più spesso, dovuti all'abbandono delle abitazioni durato molti mesi.


Alcuni di questi danni non sono stati previsti nel computo dei tecnici, poichè non riscontrabili direttamente, non causati dal sisma o addirittura non immaginabili.


Uno dei punti da risolvere è il riallaccio dell'utenza del gas metano.


In genere, trattandosi di un intero fabbricato, è il tecnico o l'amministratore che  provvede a contattare l'ENEL GAS per il riallaccio.


Qui si incontrano problemi poichè, se il contatore non è già installato all'esterno delle singole abitazioni, l'Azienda menzionata NEGA IL RIALLACCIO adducendo motivi di carenza di sicurezza.


Allora si progetta l'accentramento dei contatori all'esterno, in un punto del fabbricato, si prepara un sito ed i tecnici ENEL installano i contatori;
MA LA LINEA DI COLLEGAMENTO FRA IL PUNTO DI MISURA E QUELLO DI ALIMENTAZIONE DELL'APPARTAMENTO E' A CARICO DELL'UTENTE!!!!  Questo può costare dai 200-300 euro nei casi più semplici, fino ai 1500 o più euro per gli ultimi piani!!!

Tale spesa, come visto sopra, quasi mai sta nel computo previsto dai tecnici, poichè non si tratta di danno causato dal sisma ed era a suo tempo inimmaginabile un simile comportamento da parte dell'Azienda gestore del gas.


Ma il comportamento dell'ENEL GAS è pertinente e, soprattutto è in linea con le vigenti norme di sicurezza?


Quale persona coinvolta direttamente in tali problematiche, essendo mio il dovere di cercare di chiarire e risolvere le difficoltà dei fabbricati che gestisco nella società che rappresento, ho contattato un tecnico esperto del settore, il coordinatore e responsabile provinciale degli impiantisti di CASARTIGIANI  che mi ha rimesso la relazione che allego alla presente comunicazione.


Da tale relazione si evince che
NON TUTTI I CONTATORI SONO DA SPOSTARE!!!

Infatti le normativa prevede che, se il contatore è posto sul balcone dell'abitazione debba solo esser protetto dall'azione degli agenti atmosferici e da possibili danneggiamenti meccanici;
c'è anche la possibilità di installazione ALL'INTERNO DELL'ABITAZIONE purchè sia isolato verso la stanza, da uno sportello a tenuta di gas e ci siano verso l'esterno due aperture complessivamente di 100 cm2. (punto 5.3.1.2 della norma UNI 9036 di cui si allega stralcio).

Spulciando la norma UNI 9036, ci sorge addirittura il
dubbio sulla legittimità del punto di misura posto all'esterno e sulla pubblica via; al punto 5.3.1.1 infatti viene riportato:"Nei casi in cui il gruppo di misura potesse risultare accessibile ad estranei, per evitare il verificarsi di manovre errate, si deve fare in modo che la possibilità di manovra del rubinetto di intercettazione sia limitata unicamente all'utente interessato."

Allora sorge spontanea la domanda: Considerato che chiunque può tranquillamente aprire lo sportello della nicchia di un contatore posto sulla pubblica via (se non parliamo di forzatura di uno sportello di latta possiamo aprirlo tranquillamente con una chiave quadra, acquistata per pochi centesimi da un normale ferramenta), l'installazione sulla pubblica via non contravviene alle norme?


Ma allora perchè l'azienda del gas si ostina a voler mettere fuori i contatori? Alla domanda precisa di "
Quale normativa prevede tale tipo di installazione?" i tecnici ENEL GAS non rispondono od invocano regolamenti aziendali interni.

E' una questione di diritto? L'Azienda può negare il riallaccio del gas in virtù di una loro scelta aziendale?


Osserviamo la cosa dal punto di vista del diritto:  Chi aveva un contratto di somministrazione del gas, ha avuto la sospensione del servizio per motivi di sicurezza pubblica, poichè TUTTA LA RETE E' STATA CHIUSA,
ma non ha avuto la disdetta od il recesso dal contratto, da parte del gestore!!!

Da quanto sopra, possiamo tranquillamente rilevare che, se può essere pertinente  il negare un nuovo allaccio se il misuratore non viene posto all'esterno (per tale quesito è competente l'Autority per l'Energia che dovrebbe esprimere il suo parere) ma
sicuramente è ILLEGGITTIMO richiedere  lo spostamento del misuratore, quando il contratto è in essere. Naturalmente è perfettamente legale chiedere l'adeguamento alle norme di sicurezza, se le condizioni sono tali da non garantire il rispetto delle norme vigenti.

  Se l'ENEL GAS vuole effettivamente spostare i contatori fuori può farlo ma è necessario che si faccia carico di tutti i costi relativi ai collegamenti fra il nuovo posizionamento del punto di misura e l'impianto esistente, quindi senza alcun costo per l'utente finale.

Ma: se l'ENEL GAS nega l'allaccio, come si fa?  Quando il contratto è in essere e l'impianto risponde alle norme di sicurezza, se non ci sono morosità, il riallaccio non può esser negato, pena il rischio di una denuncia per
INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO.

Un'ultima nota, per rappresentare che il comportamento della menzionata azienda sta gravando sui costi del mantenimento degli sfollati, poichè  la condotta assunta comporta ritardi nei lavori di riparazione e quindi nel rilascio del certificato di agibilità delle abitazioni, con conseguente prolungamento dei sistemi di assistenza previsti.


Poichè è il Comune che ha affidato la concessione di gestione della rete del gas all'Azienda in discussione, penso che debba essere questa istituzione ad intervenire per risolvere tale problema, sperando anche che si tenga conto di tali comportamenti in sede di rinnovo del contratto di gestione della rete gas.

La redazione di Abruzzo24ore.tv ha già provveduto a interpellare l'Ufficio stampa dell'Enel, che ha assicurato che diramerà una apposita nota in giornata.


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