L'Aquila, l'imperativo è ripartire subito

Impossibile. Semplicemente impossibile dimenticare in appena tre giorni la cocente sconfitta di Prato. Nella mente di ogni tifoso rossoblù ancora stampato il gol di Varutti, quel maledetto e velenoso tiro scoccato all'ultimo secondo che ha trasformato le lacrime di gioia per l'insperato pareggio appena raggiunto in lacrime di rabbia, incredulità, disperazione.

Si sa, il popolo aquilano, nello sport così come nella vita, è abituato alle sofferenze, ma è altrettanto abituato a tramutare il dolore in voglia di riscatto, voglia di rialzarsi e di ripartire immediatamente, più forte e temprato di prima.

E sarà così anche questa volta, anzi, forse meglio delle altre volte. Sì, perché a differenza di tutti i finali di stagione del passato, oggi L'Aquila Calcio ha un patrimonio da preservare.e su cui poter costruire un futuro importante.

Il riferimento è ad una squadra che malgrado il mancato approdo in finale ha dimostrato di non avere nulla da invidiare alle altre battistrada: sarà dunque da questo gruppo e da mister Ianni che bisognerà ripartire la prossima stagione.

Il riferimento è ad una Curva calda, avvolgente, passionale, che nella seconda parte del campionato ha finalmente ritrovato sé stessa, tornando ad esprimersi ad altissimi livelli, ma soprattutto tornando ad essere quel punto di aggregazione sociale che da troppo tempo mancava alla città.

Il riferimento è infine ad una società seria, solida, pronta a presentare domanda di ripescaggio per la Prima Divisione. Un ripescaggio che sarà però possibile solo dopo aver adeguato lo Stadio "Fattori" alle normative vigenti, ovvero installandovi l'impianto di videosorveglianza e aumentandone la capienza da 3999 a 7500 posti.

A corredo della domanda, saranno inoltre necessarie due fidejussioni da 600mila euro ciascuna più un assegno di 200mila euro a fondo perduto. Cifre che evidentemente non spaventano il presidente Gizzi, determinato più che mai a riportare L'Aquila Calcio nelle categorie che merita.

Danilo Rosone