L'Unione degli studenti con Napolitano: basta tagli alla cultura

Uds: ''Siamo pronti per la mobilitazione''

24 Febbraio 2009   11:59  

Che i tagli al settore universitario(oltre 9,5 miliardi) fossero un tantino esagerati lo si sapeva. Blocchi, proteste e mobilitazioni hanno infatti caratterizzato uno degli autunni più caldi dell'ultimo quindicennio. Quello dello scorso anno ha visto, in particolare, l'emersione di un movimento studentesco dalle grandi dimensioni, fluido, appassionato, consapevole, e soprattutto intenzionato a non mollare la presa e a continuare nella tutela del proprio diritto alla formazione e alla ricerca. "Se dobbiamo soffrire", affermano in coro gli studenti italiani, che sia "per lo sviluppo, la crescita intellettuale, l'innovazione", e non per "la mancanza di risorse, il deficit, la crisi".

Da ogni palco sindacale, studentesco e politico l'universitario nostrano ripete instancabile lo stesso slogan sociale: "Non pagheremo la vostra crisi. Non siamo noi ad averla generata, non saremo noi ad estinguerla". (Forse non la estingueranno, ma di certo la stanno pagando, subendo, e magari anche affrontando, la crisi. Gli affitti troppo cari, i doppi e tripli lavori per sbarcare il lunario, i contratti a scadenza, il tardivo e malriuscito distacco dalla famiglia d’origine, il doloroso rinvio dell’ormai troppo costosa esperienza genitoriale … se non è pagare questo, cos’altro può essere definito come tale?).

Dicevamo: che i tagli decisi da Gelmini e Tremonti in relazione all'università italiana fossero un tantinello audaci, si era capito, ma quando ad affermarlo è la più alta carica dello Stato, allora il discorso cambia. Ed ecco che studenti, politici, docenti e rettori tornano a sentirsi legittimati e nuovamente incoraggiati nella lotta che, lo scorso autunno, ha visto mobilitarsi migliaia di persone contro l'impoverimento dell'offerta formativa, della ricerca scientifica, e del sistema pubblico dell'istruzione.

PERUGIA. NAPOLITANO CRITICA I TAGLI DEL GOVERNO ALL'UNIVERSITA'.  Una grande celebrazione quella dell'ateneo Perugino tenutasi ieri alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dopo aver ascoltato con palese interesse la relazione tenuta dal rettore, in merito ai livelli di eccellenza "ancora riscontrabili" nella formazione universitaria del Paese, e al pesante costo(1 miliardo e mezzo di euro) che la fuga all'Estero dei cervelli italiani infligge al nostro sistema economico e sociale, il Capo dello Stato è intervenuto esprimendo una serie di riflessioni a carattere politico-istituzionale, alcune delle quali palesemente in contrasto con il piano di rientro dal deficit pubblico messo in atto dall'attuale Governo.

"La ricerca e la formazione- ha spiegato Napolitano- sono la leva fondamentale per la crescita dell'economia. Questa e' una verità difficilmente contestabile, e apparentemente non contestata nel nostro Paese".  Un "apparentemente" decisamente eloquente, ritenuto dalla maggior parte dei presenti come un messaggio di sfida a quanti vorrebbero far credere di aver a cuore il futuro del Paese, e che invece agiscono sulla base della pura logica economica, del breve termine, del taglio indiscriminato della voce di spesa, qualunque essa sia. Un "tema cruciale" per il Capo dello Stato, che ha ricordato la situazione di "straordinaria difficoltà" che l'Italia sta vivendo, e il "peso dell'ingente debito pubblico" che grava e affonda il Paese ormai da troppo tempo. "Ma proprio per questo, a maggior ragione- ha insistito Napolitano- tutte le forze responsabili del Paese devono salvaguardare il nostro capitale umano, evitando la dispersione dei talenti e dei risultati del nostro sistema formativo".

Le risorse umane e intellettuali del Paese oggi non trovano risposte nel sistema sociale: spesso sottodimensionate, mal retribuite e non valorizzate, preferiscono espatriare piuttosto che vedere annullati anni ed anni di studio negli spazi angusti di un call center. Per Napolitano soltanto una politica che sappia equilibrarsi tra il "rigore della spesa" e "l'investimento lungimirante" può risollevare le sorti del tessuto socio-economico nostrano. Al termine di un discorso lungamente applaudito dagli studenti presenti alla celebrazione, il Presidente della Repubblica si è augurato che l'Università italiana venga riformata secondo una logica che non si ispiri unicamente ai tagli e che  sappia invece comprendere le ragioni dello “sviluppo e della crescita culturale”.

L'UNIONE STUDENTI SI ASSOCIA A NAPOLITANO E ANNUNCIA LA MOBILITAZIONE.  Le dichiarazioni di Napolitano hanno trovato grande plauso nell'ambito delle associazioni studentesche italiane. Prima fra tutte l'Unione studenti universitari, che a poche ore di distanza dall'intervento del Capo dello Stato a Perugia ha diffuso agli organi della stampa la volontà di organizzare una grande manifestazione nazionale in difesa del sistema formativo italiano. "Come ha ricordato Napolitano per le scuole e l'Università servono interventi puntuali e mirati - ha affermato Roberto Iovino, coordinatore dell'UdS - l'attuale Governo, invece, ha tagliato più di 9,5 miliardi, come se l'investimento sulla conoscenza fosse solo un capitolo di bilancio da tagliare. Per queste motivazioni abbiamo indetto per Venerdi' 27 una giornata di mobilitazione studentesca nazionale, per ribadire la necessita' di investire sul sapere per uscire dalla crisi".

Secondo l'Uds le scelte di bilancio attuate dal Governo minano rovinosamente le fondamenta del sistema d'istruzione pubblico, privato di circa la metà delle risorse precedentemente disponibili, e di recente attaccato anche sotto l'aspetto del "riconoscimento formale" che il sistema sociale da sempre gli riserva(la questione del valore legale del titolo di studio). Ma l'Unione degli studenti non si limita a discutere le scelte politiche della maggioranza, e propone tutta una serie di interventi atti a ristabilire una formazione universitaria pubblica che incontri maggiormente le esigenze dello studente italiano. Tra i temi che verranno presentati il prossimo venerdì nelle piazze del Paese che accoglieranno la manifestazione a favore dell'Istruzione pubblica, saranno il "reddito per l'accesso al sapere", gli "interventi straordinari su edilizia scolastica e didattica",la valutazione dei costi derivanti dalla crisi economica e la conseguente affermazione da parte del mondo studentesco del diritto allo studio come base imprescindibile dello sviluppo culturale ed economico della società italiana.

Per venerdì prossimo i cortei studenteschi fin'ora confermati dall'Uds riguarderanno le città di Roma (Piramide), Torino (Piazza Arbarello), Genova (piazza Caricamento), Cagliari (piazza Repubblica), Siena (piazza della Posta), Brindisi (piazza della Stazione),Viterbo e Verbania. Mobilitazioni sono previste anche a Napoli(dove si terrà una lezione all'aperto in Piazza Dante),  a Salerno (assemblea sull'edilizia scolastica in Piazza Cavour),e a Cosenza (Flash Mob pomeridiano), mentre iniziative ancora in via di definizione sembrano siano state organizzate nelle città di Bologna, Padova, Reggio Calabria, Siracusa, Catania, Bari, Grosseto, Ancona, Milano, Matera, Potenza.

BRUNETTA E GELMINI: NESSUN TAGLIO INDISCRIMINATO.  In seguito alla calorosa adesione del mondo studentesco italiano alle dichiarazioni di Napolitano, alcuni esponenti del Governo hanno sentito l'urgenza di esprimersi e reagire alle accuse implicite che il Capo dello Stato ha in effetti mosso loro in relazione ai "tagli indiscriminati" che il sistema formativo nazionale starebbe subendo ultimamente. La prima a rispondere è stata Mariastella Gelmini che ha subito fatto presente alla stampa come "Le preoccupazioni del presidente Napolitano" siano anche "le preoccupazioni del governo", e come "La Ricerca e l'Università" siano "alla base dello sviluppo di un Paese".

La risposta del Ministro dell'Università non poteva prescindere dal ricorso all'immagine della crisi economica:"...in questa fase di difficoltà economica internazionale è necessario investire il denaro pubblico con grande attenzione e oculatezza. Per questo bisogna tutelare al massimo le tante realtà di eccellenza presenti in Italia. Tuttavia è nostro dovere amministrativo e morale eliminare gli sprechi e le spese non necessarie accumulate negli anni a causa di gestioni universitarie poco efficaci".

Secondo la Gelmini strumenti per ridimensionare gli sprechi e rendere efficienti le modalità di spesa degli atenei ce ne sono. "Il governo, con il decreto legge sull'università, ha deciso di destinare più fondi alle università migliori- ha affermato la ministra- e di creare 4000 nuovi posti da ricercatore. Ha deciso inoltre di mettere un freno al moltiplicarsi di corsi e sedi distaccate."

E se Mariastella Gelmini si preoccupa di elencare applicazioni positive della riforma universitaria in corso, il ministro Brunetta non sembra nutrire alcun dubbio circa l'operato del governo rispetto alla gestione delle risorse per l'Università pubblica: "Non ci sono stati tagli indiscriminati- ha affermato il Ministro della Pubblica amministrazione- anzi, abbiamo salvato l'Italia con la manovra di luglio 2009-2011 pari a 36 miliardi di euro".


GDC


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