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A fronte delle recenti scosse di terremoto che agitano i cittadini della alta valle dell’Aterno e dell’Aquila (su quella faglia tanto temuta dagli esperti e in preoccupante attività) tutto tace sul fronte del piano di protezione civile del Comune de L’Aquila, che continua nella politica del “non ce la tiremo”. Furono infatti proprio queste le parole proferite tempo fa dal primo cittadino (e primo responsabile di protezione civile cittadina) da noi ripetutamente sollecitato al riguardo.
Continuano a non svolgersi esercitazioni, non si esplicita in nessun modo un piano di protezione civile fatto solo sulla carta… forse!!!
Nemmeno una parola neanche sull’allerta meteo che, nelle condizioni preliminari, è del tutto sovrapponibile alla alluvione che colpì L’Aquila nel 2011: abbondanti nevicate seguite, nel giro di poche ore, da un’innalzamento di temperatura e piogge intense con conseguente carico eccezionale di acqua sul territorio.
I cittadini esposti a questi rischi (zona sismica e zone a rischio idrogeologico) sanno quando attivarsi e come devono comportarsi ? Quali sono le zone a rischio? Forse il nucleo industriale di Pile? Forse viale Beato Cesidio? Forse la pianura di Monticchio? Lo sanno gli amministratori? E i cittadini?
Sappiano i responsabili della protezione civile cittadina che non ci potranno essere attenuanti in caso di danni alle persone. Ci sono stati i precedenti, le allerte, i segnali e le sollecitazioni. Non sarà possibile dare la colpa a qualcun’altro, come si fa di solito.
L’Aquila, lì … 1700 giorni dal 6 aprile 2009.
Movimento civico
L’Aquila che vogliamo