La disperazione della marineria in piazza "Ci andiamo a chiudere nel carcere di San Donato"

01 Febbraio 2013   11:15  

Fumogeni e petardi in piazza Italia per far sentire la voce della marineria, mentre tutto attorno il traffico e' bloccato.

Armatori, pescatori, tutti insieme per dire "basta" al mancato dragaggio.

Cartelli inequivocabili contro i politici.

A Guerino Testa sono, commissario per il dragaggio, stati ricordati, semmai ce ne fosse bisogno, tutti i problemi di chi lavora in mare: barche tirate a secco da mesi con danni ingenti, cassa integrazione non percepita se non per duemila euro a ciascuno per tutto il 2012, bollette e tasse comunque da pagare, fondi annunciati dal Governo (tre milioni di euro) che non arriveranno per adesso.

Testa ha sottolineato che vuole "risolvere il problema" e ha gia' trasmesso alla Caripe i dati dei beneficiari della Cassa integrazione per gli ultimi tre mesi del 2012 e i primi due del 2013 ed e' in attesa di risposte per sapere se e' possibile attivare una operazione di anticipazione dei fondi.

La marineria, le cui 60 barche sono "da rottamare", chiede di "tornare a lavorare alla fine di marzo" anche perche' "a luglio ci dobbiamo fermare di nuovo, per il fermo pesca" - hanno detto a Testa. Il fiume Pescara e' come "Auschwitz", hanno scritto su uno striscione, e "se la politica non e' capace di risolvere questa situazione ci andiamo a chiudere al carcere di San Donato, tanto a casa non possiamo mangiare", urlano in piazza chiedendo di incontrare il presidente della Regione Gianni Chiodi e il sindaco Luigi Albore Mascia.

La manifestazione di oggi si concludera' proprio davanti alla casa cirondariale, in base al programma annunciato ieri, dove intendono chiedere 'ospitalita''.


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