La recensione di ''Australia''

La recensione del film

23 Gennaio 2009   11:01  

Regia: Buz Luhrmann
Cast: Nicole Kidman, Hugh Jackman
Genere: Drammatico
Durata: 165 minuti
Data uscita: 16 gennaio
Voto: OOOO

Una nobildonna  inglese, giunta in Australia, conosce un rude uomo australiano, cui dovrà chiedere aiuto per salvare le terre di sua proprietà, che stanno lentamente cadendo in rovina., e per trasportare una mandria dispersa nella sua tenuta. Dopo un viaggio pieno di insidie, i due riescono nell’impresa e trovano anche il tempo per innamorarsi. Sembra fatta, ma a rovinare tutto arrivano le bombe di una guerra mondiale, che sembrava aver risparmiato questo continente
Buz Luhrmann prende per mano lo spettatore  e lo conduce in un' Australia anni '40, dove le minacce della Seconda Guerra Mondiale appaiono lontane, e non sono bombe e distruzione a far paura, ma la stupidità dell'uomo. Qui non sono gli ebrei i perseguitati, ma i 'mettici', i 'mezzo-sangue', nati dallo sfruttamento delle donne aborigene da parte dei colonizzatori. L'inglesissima e aristocraticissima Lady Ashley, , rimane folgorata da queste terre mozzafiato e dal burbero mandriano di famiglia . Un mondo meraviglioso, dunque, ma pieno di contraddizioni. Agli incantevoli paesaggi incontaminati, si contrappone un'odiosa forma di razzismo nei confronti di chi è considerato un diverso, una bestia, che merita di essere trattata come le mandrie con cui hanno a che fare. La donna proverà a ribellarsi, ma, a volte, le cose vanno così e, anche se potrebbero cambiare, così rimangono. Ottime le interpretazioni di tutto il cast, ma un riconoscimento particolare lo merita Nicole Kidman, autentica mattatrice del film. Nella prima parte, si diverte a fare la contessina impacciata e perbenista, nella seconda si cala nelle vesti decisamente più drammatiche, di donna che combatte contro le ipocrisie del colonialismo La bellissima fotografia di Mandy Walker, dà la giusta luce ad un' Australia e ad una storia dal gusto classico, ma magistralmente diretta con piglio moderno da un Luhrmann, che in questi luoghi è nato, ed ha voluto rendere memoria al pubblico, di una tragedia dimenticata dai più, ma sempre raccontata dal popolo aborigeno. Una storia fatta di canzoni e di speranza. Una speranza che non è mai crollata, neanche quando le bombe dei giapponesi  sono piovute  su Darwin e sembravano aver spazzato via tutto. Il regista (anche sceneggiatore con Ronald Harwood, Stuart Beattie e Richard Flanagan) non punta a far piangere lo spettatore, semmai a commuoverlo, puntando sull'amore, che sia quello di Ashley per il mandriano e il piccolo 'mezzo sangue' Nullah, o il suo per la madrepatria. Non è un caso che tutti gli attori del cast siano nati lì. La pellicola è un kolossal d'altri tempi, apparentemente, ma in realtà è una lunga nenia d'amore, che tratta il dramma con poche tenebre e molta luce.  Perché se le cose vanno così, non è detto che non possano cambiare. In fondo, "da qualche parte sopra l'Australia i cieli sono blu e i sogni che osi sognare veramente diventano realtà".

Francesco Balzano

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