La recensione di "Iago" con Vaporidis e Chiatti

La recensione del film

24 Febbraio 2009   10:16  

Iago

Regia: Volfango De Biasi

Cast: Nicolas Vaporidis, Laura Chiatti

Genere: Commedia

Durata: 100 minuti

Data uscita: 27 febbraio

Voto: O 1/2

Volfango De Biasi rilegge a modo suo la tragedia di William Shakespeare, portandola ai giorni nostri e affrontandola con i toni della commedia.

Iago, in questa nuova versione, diventa il protagonista della vicenda, che si svolge nella Facoltà di Architettura di Venezia. Di umilissime origini, ma dal grande talento, il ragazzo è perdutamente innamorato di Desdemona, la figlia del Rettore. Iago, nonostante non se lo possa permettere, frequenta solo gente ricca e benestante, nella speranza di potersi confondere tra di loro, e potere un giorno sedere al tavolo dei grandi architetti. Un giorno, però, arriva Otello, figlio di un grande amico del Rettore, che, in qualità diraccomandato, gli toglie l’amore della sua vita e il posto di responsabile nel progetto di allestimento della Biennale. Ecco, allora, che Iago, assetato di vendetta, tesserà una fitta rete di inganni per riavere ciò che gli è stato ingiustamente tolto.

De Biasi ci riprova ancora una volta, dirigendo una commedia sentimentale, dopo “Come tu mi vuoi”, tratta da un romanzo scritto da lui stesso. L’idea originale, naturalmente, è però del grande Shakespeare, e si vede. Il film, infatti, nel suo intreccio non delude ed, anzi, appassiona lo spettatore, ammaliato dalla grande intelligenza perfida di Iago, che con un piano sapientemente studiato, porterà alla rovina quel mondo che aveva promesso di dargli tutto, e lo ha lasciato senza niente in mano. Quali sono i meriti del regista in tutto questo? Semplice. Nessuno. Dove dovrebbe innovare, infatti, De Biasi rovina. Infarcisce la storia con scene a metà tra il lesbo-chic e il sadomaso, che poco aggiungono e molto tolgono al risultato finale. Molti personaggi risulteranno, così, essere più viziosi che reali, fuori dal tempo e da ogni logica. Venezia, location del film, è stata scelta apposta da regista e dal produttore, per il suo essere città sospesa nel tempo, a metà fra presente e passato. Anche questa pellicola lo è, ma  è tutt’altro che un pregio. Soprattutto all’inizio, infatti, si ha l’impressione di trovarsi davanti ad un prodotto ibrido, un grosso pasticcio senza né capo né coda. Poi, fortunatamente, escono fuori gli attori ( quelli di contorno) che sono bravi, alcuni anche molto, vedi Gabriele Lavia, Giulia Steigerwalt e Lorenzo Gleijeses. Peccato che siano i due protagonisti a non essere all’altezza della situazione. Se per Laura Chiatti il problema è solo di mancanza di qualità recitative, per Vaporidis si tratta di non avere le physique du role. L’impacciato Luca Molinari di “Notte prima degli esami”, con quella faccia da bonaccione, poco si presta a calarsi nei panni del perfido Iago.

Per concludere, è un film che prova a salvarsi in calcio d’angolo, scopiazzando Shakespeare, ma fallisce miseramente nelle innovazioni, sbagliando davvero tutto. Pensavate fosse impossibile rovinare l’ “Otello”? Allora, preparatevi a ricredervi!

 

Francesco Balzano

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