Le macerie che immota manent

Querelle sulla rimozione

02 Novembre 2009   09:09  

I mesi passano e le macerie restano dove sono. Nel dibattito politico invece qualcosina si muove.

Cialente: ''Il Governo si muova''

''Il problema dello smaltimento delle macerie, dovute ai crolli e alle demolizioni, è emerso ormai in tutta la sua gravità e complessità. Al di là di alcuni ritardi amministrativi, da ricondurre alla complessità legislativa, è arrivato il momento di riconoscere che applicare le normative europee e italiane e classificare le macerie come rifiuti urbani rende impossibile rimuovere le stesse in tempi compatibili con il processo di ricostruzione. Pur nel rispetto assoluto della tutela dell’ambiente, è pertanto arrivata l’ora di prendere atto che è assolutamente necessario individuare un’apposita legislazione e un’apposita normativa. E che bisogna prevedere un ciclo tecnologico di smaltimento alternativo. E' ormai non più rinviabile che Governo, Regione, Provincia, Comuni e tutti gli altri enti preposti si seggano intorno a un tavolo per trovare una soluzione che tenga conto del fatto che è la prima volta che si verifica un terremoto di così vaste proporzioni, con milioni di metri cubi di detriti e, nel contempo, con la sussistenza di nuove norme europee e italiane. Tra l’altro le tecniche di smaltimento attualmente utilizzate, nonché il ciclo tecnologico, presentano costi insostenibili e soprattutto, nella loro farraginosità, possono esporre al rischio di infiltrazioni malavitose in un settore che è da anni oggetto dell’attenzione della criminalità organizzata. È per tali ragioni che invitiamo la Commissione ambiente della Camera a tornare all’Aquila per rendersi conto direttamente delle dimensioni del problema. D’altra parte la stessa Protezione civile, che si è resa conto dell’errore strategico commesso dal Governo - errore che il Comune dell’Aquila aveva denunciato da tempo - sta lavorando per individuare siti da destinare a depositi temporanei, alternativi a quello della Teges. E lo sta facendo verificando direttamente la grave difficoltà nel dare una risposta al problema, con il rischio che questo rallentamento - dovuto alla complessità della normativa - induca il Governo a trovare soluzioni dettate dall’urgenza. Soluzioni che andrebbero ad aggredire il territorio compromettendo le esigenze di tutela e rispetto ambientale''.

Chiodi: '' Il Comune si muova''

''La Regione deve individuare solo i siti per lo smaltimento. Cosa già fatta, mentre le carenze riguardano l’organizzazione dei siti di stoccaggio e smaltimento. Non si può pretendere l’attribuzione di alcune responsabilità per poi scaricarle sugli altri quando non si riesce a trovare la soluzione più rapida ed efficiente»

 


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