Le proposte di mia Casa per la riforma delle ATER

12 Settembre 2012   13:37  

Il Mia Casa d'Abruzzo, ha partecipato alla “audizione” svolta presso la 2^ Commissione del Consiglio regionale presieduta da Luca Ricciuti in merito al PROGETTO DI LEGGE n. 428 del 21.06.2012 di iniziativa della Giunta Regionale recante: "Trasformazione delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale (ATER) e norme in materia di edilizia residenziale pubblica e per la determinazione dei relativi canoni di locazione", e al PROGETTO DI LEGGE n. 378 del 24.02.2012 di iniziativa consiliare del Gruppo Partito Democratico recante: “Norme in materia di edilizia residenziale pubblica e housing sociale”.

Pio Rapagnà, in rappresentanza dell'Associazione, ha proposto in via preliminare che le “diverse” materie relative alla riforma delle ATER, all'housing sociale e allo stravolgimento totale dei criteri di calcolo dei canoni, “confusamente assemblate” all'interno di ciascuno dei due progetti di legge, venissero “separate e distinte”, e in linea di principio ha espresso la fermissima volontà del Mia Casa d'Abruzzo affinché non vengano abrogate le due Leggi Regionali n. 96 del 25.10.1996 e n. 44 del 21.7.1999, in quanto garanzia di un punto di equilibrio e di coesione sociale faticosamente raggiunto dopo oltre 15 anni di lotte e di tensioni con le istituzioni regionali e con le ATER.

Assoluta e “fermissima” opposizione è stata dichiarata da Pio Rapagnà al ricalcolo generalizzato o comunque all'aumento indiscriminato dei canoni di locazione per gli alloggi di Edilizia Popolare e Residenziale Pubblica, in specie in un momento come l'attuale, caratterizzato da una crisi economica senza precedenti e per di più aggravata, in buona parte dell'Abruzzo e della Provincia dell'Aquila in particolare, dalle pesantissime conseguenze del devastante sisma del 6 aprile 2009.

Il modello normativo preso a base dalla cosiddetta "riforma" proposta dalla Giunta Regionale è riferibile a realtà socio-economiche imparagonabili con quella abruzzese, essendo ispirato, per gli aspetti più negativi, addirittura alla Legge della Regione Lombardia n. 27 del 2007, mentre la attuale L.R. n. 96/96 elaborata dal Consiglio Regionale dell'Abruzzo insieme alle rappresentanze sindacali degli inquilini è, in assoluto, tra tutte le leggi in vigore nelle varie Regioni italiane, la migliore legge in materia di Edilizia Residenziale Pubblica.

Pertanto, la "riforma-trasformazione" delle ATER e dei criteri per la determinazione dei nuovi canoni proposta dalla Giunta Regionale e quella proposta dal PD, costituiscono di fatto un peggioramento delle condizioni degli assegnatari dell'edilizia pubblica, un aumento effettivo dei canoni, una diminuzione concreta dei diritti.

In particolare, il progetto di legge della Giunta Regionale appare fortemente regressivo sul piano etico e sociale, nonché assai indifferente verso le esigenze abitative dei ceti più deboli della nostra Regione, frutto di una volontà politica vessatoria nei loro confronti che non trova alcuna giustificazione.

Nelle proposte di “riforma delle ATER e dei canoni” mancano, inoltre, tutti i canoni per poter parlare di una “riforma” del settore, peraltro nemmeno accennata: infatti, non è presente alcuna disposizione per quanto riguarda, ad esempio, la creazione di spazi e servizi pubblici in aree di marginalità della dispersione urbana o in aree urbane da riqualificare come nella migliore tradizione europea dell’edilizia sociale; alcuna valorizzazione del capitale sociale; di partecipazione degli assegnatari alle scelte; della vivibilità delle città, di cui parlano tutte le esperienze europee del settore.

Non si vede alcuna attenzione alla politica di genere, degli anziani, delle categorie deboli, dell’esercizio di cittadinanza, della sostenibilità ambientale ed urbanistica, sperimentando nuove risposte a nuovi temi che l’housing pone a tutti noi.

Non si ravvisa nemmeno un risparmio per le finanze pubbliche; ma semplicemente una volontà politica liquidatoria di una esperienza legislativa della Regione Abruzzo che, dal 1996 ad oggi, ha dato buoni frutti, mentre è la gestione “politica e amministrativa” delle ATER che ha lasciato e lascia molto a desiderare.

 

 


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