Vicenzo Maria Angelini, il proprietario dell'impero della sanita' privata in Abruzzo, la "gola profonda" che con le sue rivelazioni ha terremotato la politica regionale accusando il Presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, di aver intascato tangenti per 6 milioni di euro, ha agito senza una strategia precisa. A rivelarlo e' il suo legale l'avvocato Sabatino Ciprietti. Angelini - secondo Ciprietti - ha iniziato la collaborazione con i magistrati inquirenti quando ha capito che il problema non era soltanto il pagamento delle tangenti ma l'obiettivo era quello di metterlo alle corde per fargli cedere l'impero delle cliniche private o parte di esso. Ci sono intercettazioni telefoniche - rivela ancora il legale- che confermerebbero questa tesi: " E' cotto, stracotto; dobbiamo solo aspettare un po'...". Anche le iniziative "cautelative", quelle relative alla registrazione fotografica della mazzette di soldi che andava a consegnare a Collelongo, nell'abitazione di Del Turco, sarebbero - sempre secondo il legale - frutto di iniziative individuali di Angelini che che agiva senza un disegno preciso, ma solo nel tentativo di procurarsi prove che lo avrebbero messo al riparo dalla possibilita' di vedersi sfumare tra le mani l'impero che fattura 201,8 milioni di euro. L'assalto ad Angelini era gia' cominciato - secondo quando riferito dallo stesso imprenditori ai magistrati - con la richiesta di vendita della clinica Sanatrix dell'Aquila. Avrebbe ricevuto minacce. E' subito dopo che Angelini decide di collaborare con la Procura della Repubblica di Pescara che gia' lo teneva sotto scacco. Angelini va dai magistrati ed e' un fiume in piena: fa nomi cognomi, cifre, viaggi, incontri e fa mettere tutto a a verbale, ma non proprio tutto: ci sono cose che si ripromette di approfondire con gli inquirenti, in seguito.