Le recensioni di Alice, Shutter Island e Invictus

Speciale cinema

14 Marzo 2010   12:31  

Alice in Wonderland

Regia: Tim Burton
Cast: Mia Wasikowska, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Crispin Glover, Anne Hathaway,  Stephen Fry, Christopher Lee, Michael Sheen, Alan Rickman, Matt Lucas, Timothy Spall, Barbara Windsor, Leo Bill, Paul Whitehouse, Eleanor Gecks, Lucy Davenport, Jessica Oyelowo, Amy Bailey, Arick Salmea, John Surman, Marton Csokas, Eleanor Tomlinson, Annalise Basso, Jemma Powell, Frances de la Tour, John Hopkins, Austin James Wolff, Tim Pigott Smith, Geraldine James, Lindsay Duncan, Michael Gough, Noah Taylor
Genere: Fantastico
Durata: 108 minuti
Voto: OOO

Alice Kingsley, ormai diciannovenne, non ricorda più nulla del suo straordinario viaggio. Temporalmente la storia si colloca all'epoca dell'età vittoriana. In seguito alla morte del suo tanto amato padre,  partecipa ad una festa, salvo poi scoprire che si tratta in verità di una segreta proposta di matrimonio avanzatale da un lord inglese, Hamish Ascot. Interdetta innanzi alle centinaia di persone che la stanno fissando decide allora di scappare, inoltrandosi nel bosco nei pressi del gazebo in cui le è stata fatta la proposta. Durante la permanenza nel boschetto, intravede il Bianconiglio  e lo segue sino al punto in cui l'animale si getta in un grande buco nel terreno ai piedi di un piccolo arbusto. Curiosa si sporge per capire dove questa buca porti, ma nel farlo perde l'equilibrio e vi cade dentro.
Evidentemente alla Disney l'insuccesso del classico d'animazione Alice nel Paese delle Meraviglie non dev'essere andato giù affatto. A quasi cinquant'anni dalla versione a cartoni, infatti, la casa di produzione più amata dai bambini fa uscire il film tratto dal controverso romanzo di Lewis Carroll. Non si tratta di un remake, bensì di un sequel, perchè la nostra eroina torna nel suo folle mondo poco prima di sposarsi. Il problema è che dell'immaginario e folle universo di Alice non c'è rimasto più nulla. In questa nuova versione, infatti, di fuori dall'ordinario c'è ben poco. Tutto è così assurdamente logico, e persino il Cappellaio Matto è diventato un saggio dispensatore di consigli. Intorno a tutta l'operazione si percepisce la paura di osare, di creare un altro prodotto sui generis poco gradito alle grandi platee. La storia viene semplificata, addirittura banalizzata, tanto da divenire una favoletta epica di una ragazza smarrita alla ricerca di sè stessa. In fondo, il senso è proprio quello, ma Alice se viene spiegata perde metà del suo fascino.
Tim Burton si lascia imbrigliare dalle logiche di mercato a scapito della creatività che lo aveva sempre contraddistinto. I tocchi di classe ci sono, e non si può dire di trovarsi davanti ad un film girato male, ma anonimo si. In quest'ultima fatica, infatti, non è riuscito ad imprimere nulla di suo, a parte le classiche atmosfere gotiche perfettamente sottolineate dalla splendida fotografia di Dariusz Wolski (Pirati dei Caraibi).
Johnny Depp entra bene nell'ennesimo ruolo da allucinato, disegnando un Cappellaio Matto a metà tra Jack Sparrow e Willy Wonka, ma a rubargli la scena c'è senz'altro Helena Bonham Carter, la perfida Regina Rossa. L'attrice ci restituisce un personaggio perfido e grottesco allo stesso tempo, cattivo ma non abbastanza da spaventare. Una vera prova da grande interprete, in grado di dare una marcia in più ad una pellicola a tratti quasi noiosa.
Poteva (e forse doveva) essere un capolavoro ma ne è uscito solo un buon film.

 

Shutter Island

Regia: Martin Scorsese
Cast: Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Patricia Clarkson,  Max von Sydow, Jackie Earle Haley, Emily Mortimer, Elias Koteas, Ted Levine, John Carroll Lynch, Christopher Denham, Nellie Sciutto, Tom Kemp, Curtiss Cook, Joseph McKenna, Ken Cheeseman, Joseph Sikora, Drew Beasley, Ruby Jerins, Damian Zuk, Gary Galone, Dennis Lynch
Genere: Drammatico
Durata: 138 minuti
Voto: OOOO

Siamo nel 1954, all?apice della Guerra Fredda, quando il capo della polizia locale Teddy Daniels  e il suo nuovo partner Chuck Aule  vengono convocati a Shutter Island per indagare sull?inverosimile scomparsa di una pluriomicida che sarebbe riuscita a fuggire da una cella blindata dell?impenetrabile ospedale di Ashecliffe. Circondati da psichiatri inquisitori e da pazienti psicopatici e pericolosi confinati sull?isola remota e battuta dal vento, i due poliziotti si trovano immersi in un' atmosfera imprevedibile dove nulla è come appare.
Chi è il pazzo? E' un uomo che vive in un sogno, sarebbe meglio chiamarlo incubo, fatto di ombre e luci abbaglianti. Non riesce a riprendersi dai traumi passati, dalle ferite da essi lasciate ed ora ne è prigioniero e succube. Vive solo con sè stesso, come un naufrago su un'isola accerchiata da un mare di realtà non più sua. Ogni tanto ha dei bruschi risvegli, ma nella vita di ogni giorno è senza difese, e preferisce allora perdersi nuovamente nelle tenebre del suo buio dove almeno è dotato di un adeguato scudo.  Una condizione orribile, simile a quella dei prigionieri dei campi di concentramento, dove il confine tra vero ed illusione era sottilissimo. Non è un caso che molti detenuti in quei luoghi, sono stati presi per folli quando cercavano di raccontare la loro esperienza. E' un malato terminale, perchè per lui non esiste cura. Eppure, nonostante tutto, spesso quando per strada (o al cinema) ne incontriamo uno, ci strappa un sorriso più che una lacrima. Forse è questa la vera pazzia.
Martin Scorsese ci porta sull'isola dei pazzi criminali, non sempre tenendoci per mano e lasciandoci volentieri in preda al terrore. Il film non ha momenti morti, nonostante la considerevole durata di più di due ore, e non annoia mai. Le immagini sono crude, spiattellate lì senza alcun pudore. Il maestro non ha paura di puntare l'obiettivo su corpi esanimi o nel migliore dei casi sgraziati. Non disprezza la nudità maschile, e mette in luce un cinismo forse eccessivo. I dialoghi sono ben scritti, e la storia è cervellotica ma richiede solo la giusta attenzione.
Leonardo Di Caprio è, dai tempi di Gangs of New York, l'attore feticcio del maestro italo-americano e dimostra di essere cresciuto molto come attore, tralasciando i ruoli da sex-symbol per mettersi al servizio della settima arte. Bravo pure Ben Kingsley, capace di dare un tono a tratti grottesco al personaggio, non dimenticando però, mai, di trovarsi in un noir dal retrogusto drammatico. Tutto funziona, insomma, in questa pellicola destinata, ma Scorsese ci è abituato, a rimanere nella storia del cinema.
Terribilmente bello.

 

Invictus - Invincibile

Regia: Clint Eastwood
Cast: Morgan Freeman, Matt Damon, Tony Kgoroge, Patrick Mofokeng, Matt Stern,  Julian Lewis Jones, Adjoa Andoh, Marguerite Wheatley, Leleti Khumalo, Patrick Lyster, Louis Minnaar, Penny Downie, Shakes Myeko, Sibongile Nojila, Bonnie Henna, Grant Roberts, Langley Kirkwood, Robert Hobbs
Genere: Drammatico
Durata: 134 minuti
Voto: OOO 1/2

Il neo eletto presidente Mandela è consapevole che la sua nazione è divisa dall’apartheid e, sperando di poter riunire il suo popolo con il linguaggio universale dello sport, spinge la squadra di rugby del Sud Africa alla vittoria del Campionato del Mondo del 1995.
Lo sport può arrivare in poco tempo, laddove la politica ci impiega secoli. Se un uomo può dirsi davvero saggio, è solo quando riesce ad essere lungimirante, e, bisogna dirlo, Nelson Mandela lo è stato davvero. Essere a capo di una nazione divisa tra bianchi e neri, per di più con una ferita ancora aperta come quella dell'apartheid, non è stata impresa semplice. Almeno quanto vincere la coppa del mondo di rugby per la squadra di quel Paese. Però, se si è determinati nell'obiettivo che si sta perseguendo, nessun ostacolo è più forte del nostro animo, che diventa così invincibile. Lo sport, allora, non è altro che una meravigliosa metafora della vita. Siamo continuamente messi davanti a delle difficoltà, e spesso ci tocca assaggiare il sapore della sconfitta. Ma quando questo capita, dobbiamo giurare a noi stessi di mettercela tutta per non provare più quella sensazione. Da soli, c'è da dirlo è difficile. Per ripartire si ha bisogno dell'aiuto dell'altro, e non importa se sia bianco o nero o di una cultura diversa. Mandela lo ha capito e messo in pratica, puntando tutto sul rugby, più che sui discorsi. Solo un calcolo politico? Io direi umano più che altro.
Clint Eastwood fa centro ancora una volta. Dopo Gran Torino, torna a parlare di differenze culturali e, in parte, anche di politica. Se, però, la sua precedente pellicola puntava più sulla stravaganza del vecchio da lui interpretato, qui preferisce essere più istituzionale. La pellicola scorre via piacevolmente, e già di per sè la storia narrata è valida non richiedendo, quindi, alcuno sforzo per renderla ancora più avvincente. Lo sceneggiatore ( Anthony Peckham) è sudafricano e si vede, perchè riesce a disegnare perfettamente il clima politico del Paese in quegli anni con grande partecipazione emotiva, il che non è assolutamente un difetto. Ottima la prova di Morgan Freeman, molto somigliante a Nelson Mandela ma forse un pò troppo alto, il quale giganteggia nel ruolo che ogni attore navigato come lui sogna di fare una volta nella carriera. Tutta l'operazione gli è cucita addosso (non a caso ne è produttore esecutivo) ed assolve benissimo al proprio compito di mattatore. Matt Damon si mette in un cantuccio a cercare di imparare, ma assolutamente non regge il confronto. Bisogna segnalare il plagio nella colonna sonora del figlio di Eastwood, vergognosamente molto somigliante a "O sole mio". Una macchia difficile da non notare.
Riuscito.

Francesco Balzano

GUARDA IL TRAILER DI "ALICE IN WONDERLAND" SU YOUTUBE

GUARDA IL TRAILER DI "SHUTTER ISLAND" SU YOUTUBE

GUARDA IL TRAILER DI "INVICTUS" SU YOUTUBE


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore