Legge Gelmini, anche il Comune dell'Aquila esprime contrarietà

30 Ottobre 2008   09:35  

Impegna il sindaco, il presidente del Consiglio comunale e la giunta a esprimere contrarieta' ai tagli ai fondi per la scuola pubblica e per l'universita', e alla riduzione degli istituti scolastici nel territorio comunale, l'ordine del giorno approvato stasera dal Consiglio comunale dell'Aquila. La seduta pomeridiana era stata convocata proprio per discutere sulle problematiche di scuola e universita', alla luce delle ultimissime novita', attraverso l'analisi delle ricadute nell'area del capoluogo. Il documento - presentato dai consiglieri Giustino Masciocco e Giuseppe Bernardi (Sd) e integrato da un emendamento di Maurizio Capri (Pd), firmato anche dagli stessi Masciocco e Bernardi - e' stato approvato e ha preso spunto dai tagli imposti dalle recentissime normative che "interessano l'intera rete scolastica nazionale e tutti i profili professionali, di ruolo e non di ruolo, stimando, in un triennio, una riduzione di 130mila posti e di 8 miliardi di euro di finanziamenti". E' stato sottolineato, inoltre, che si andra' incontro a "una drastica riduzione della rete scolastica nella regione, con la soppressione di 83 istituti, e segnatamente nella provincia dell'Aquila, con l'eliminazione di 32 istituti, di cui 2 nel territorio comunale del capoluogo. Quattro plessi scolastici di scuola primaria nel comune aquilano, con meno di 50 alunni, rischieranno di scomparire, con gravi penalizzazioni per i comuni di montagna, tra cui L'Aquila, i cui residenti dovranno sopportare evidenti disagi, a causa del clima rigido e degli spostamenti piuttosto lunghi. Disagi che diventerebbero insostenibili, al punto tale da accelerare quel fenomeno di spopolamento che e' gia' in corso da alcuni anni, con conseguenze devastanti per l'economia dei Comuni stessi". "L'anticipo generalizzato della frequenza della scuola dell'infanzia - e' stato scritto inoltre nell'ordine del giorno - togliera' a questa istituzione la caratteristica di prima scuola e il ritorno al maestro unico nella scuola primaria produrra' un gravissimo arretramento pedagogico-culturale". Nel documento e' stato poi posto l'accento sulla considerazione che "la manovra del Governo, nonostante le proteste dei rettori, comportera' effetti disastrosi sul nostro sistema universitario, in quanto ridurra' gli stanziamenti ordinari, blocchera' le assunzioni (cosa che avverra' in tutto il pubblico impiego, impedendo la stabilizzazione dei privati), penalizzera' i giovani ricercatori e mirera' alla trasformazione degli atenei in fondazioni di diritto privato". Nel documento e' stato poi osservato come "le scuole dell'infanzia e primarie italiane sono ritenute tra le migliori nel mondo e che gli attuali modelli organizzativi si sono rivelati funzionali al processo di insegnamento e alla crescita degli alunni, compresi quelli diversamente abili e in condizioni di svantaggio socio culturale".

 

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