Leggina sul commercio: il mistero del bianchetto neoliberista

"L´emendamento sarà abrogato martedi prossimo, e ho già provveduto a convocare la quarta commissione" Lo assicura Augusto Di Stanislao, presidente della commissione commercio e firmatario dell´emendamento che liberalizza l´insediamento dei centri commerciali in Abruzzo, e che ha provocato la levata di scudi dei piccoli commercianti, e non poco imbarazzo nella maggioranza. L´emendamento è stato un grave errore, ammette Di Stanislao, ma non è affatto un mea culpa: "Il mio emendamento - rivela infatti clamorosamente l´esponente dell´Udeur - è stato infatti votato nella confusione a fine seduta manchevole di una parte essenziale, che ne ha stravolto il senso". La frase misteriosamente scomparsa, escludeva infatti dagli accordi di programma le autorizzazioni alimentari, cioè di fatto escludeva dalla liberalizzazione dell´iter di autorizzazione i centri commerciali, lasciato a pericolosa discrezione dei Comuni. Mistero fitto sulla dinamica dell´incidente: il solito furbetto dell´Emiciclo, questa volta dal bianchetto facile, oppure un´approvazione della leggina decisamente zuzzurellona? Di Stanislao non dice, e preferisce rispondere alle accuse del centro-destra: l´autorizzazione del centro commerciale di Bellante è stata rilasciata nove mesi fa, assicura, la leggina non c´entra niente, e aggiunge: nel lasso di tempo in cui la leggina è in vigore, cioè fino a martedi, non ci sarà il tempo tecnico per approvare nuovi insediamenti. Comunque conclude Di Stanislao, tutto ciò appartiene al passato, anche se non bisogna dimenticare che quell´emendamento è stato una fuga in avanti, e la sua confusionaria approvazione è stata una pagina non bella per il consiglio regionale. Ora, conclude Di Stanislao, bisogna arrivare ad approvare a tappe forzate una legge sul commercio che concilierà gli interessi dei piccoli esercenti con quelli, altrettanto legittimi, della grande distribuzione. Furbetti permettendo. Filippo Tronca