Letta come il cardinal Mazarino, al servizio della Francia...

I giornali francesi esaltano oggi la figura del nostro corregionale Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, per il ruolo chiave avuto nella trattativa che ha consentito all'Air France di acquisire il 25% dell'Alitalia. Primo passo per una gloriosa scalata azionaria.

Per la sua abilità diplomatica Letta viene paragonato, dai cugini transalpini, al cardinal Mazarino, abruzzese anche lui, originario di Pescina, a pochi chilometri da Avezzano, la città di Letta. Giulio Raimondo Mazarino fu l'erede del cardinale Richelieu a corte dei re di Francia, e nel 1643 assunse in pratica la reggenza del regno, a causa della minore età di Luigi XIV. Passò alla storia per la sua scaltra e machiavellica abilità politica, che permise alla Francia di accrescere, trattato dopo trattato, la sua supremazia in Europa. A discapito della Spagna, della Germania e anche dell'Italia.

In Francia oggi i giornali esaltano pure l'affare chiuso dalla loro compagnia di bandiera. Il Figarò titola: "L'Air France padrona dei cieli d'Europa". Al di qua delle Alpi sorge dunque un dubbio: ma a primavera non si era detto no ad Air France per difendere l'italianità della nostra pur agonizzante compagnia aerea? Berlusconi e i sindacati non urlarono, questa volta all'unisono: "Non passa lo straniero"?

I francesi fanno bene ad esultare: Spinetta, il patron di Air France, tirerà fuori solo 323 milioni di euro, per una società i cui debiti, parecchi miliardi di euro,  sono stati accollati ai contribuenti italiani, e senza doversi prendere la bega di ridurre il personale e procedere a dolorose ristrutturazioni aziendali. A primavera avrebbe dovuto tirar fuori molto ma molto più denaro, tutto sommato per l'identico risultato. 
Insomma, è corretto l'accostamento fatto tra Letta e Mazarino. Non per la comune abruzzesità, ma perchè entrambi, in epoche diverse, si sono dimostrati eccellenti ed abilissimi difensori degli interessi della Francia.

FT