Liris (FI) e Piccinini (NCD) su Corte dei Conti: sconcertanti le dichiarazioni di Cialente

14 Luglio 2014   15:50  

Sconcertano le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco in merito al procedimento intentato dalla Corte dei Conti di L'Aquila con il quale la magistratura contabile gli chiede conto di 11 milioni di euro per le mancate riscossioni dei canoni di compartecipazione degli alloggi dei progetti CASE e dei MAP.

Attraverso la solita sceneggiata, attacca invece di difendersi e, anzichè preoccuparsi di rispondere argomentando nelle opportune sedi giudiziarie, lancia strali contro tutti, accampando fatti e situazioni del tutto infondate.

In primo luogo a Cialente ricordiamo che fu lui a volere ad ogni costo la fine dello stato di emergenza e della gestione commissariale, pur non avendo (come i fatti dimostrano) alcun piano di gestione dei nuovi insediamenti abitativi; ricordiamo inoltre che per scelta della amministrazione, per un lungo periodo di tempo, gli assegnatari di alloggi titolari di un contratto di affitto sono stati esonerati (per motivi di natura politico-elettorale?) dal pagamento dei canoni degli alloggi, per poi ricevere oggi richieste di pagamento per importi che, in taluni casi, superano i 10.000 euro.

Giudichiamo estremamente scorretto scaricare le proprie responsabilità, le proprie mancanze e le proprie omissioni sulle drammatiche situazioni della popolazione aquilana; sarebbe opportuno che alcune affermazioni del Sindaco Cialente fossero corroborate da dati verificati e verificabili, e che con questi dimostri alla città che la situazione rilevata dalla Corte dei Conti è frutto unicamente della indigenza e della disperazione della popolazione e non già dell'inefficienza dell'amministrazione comunale nella gestione della problematica.

L'amministrazione comunale ha contezza di quali siano le reali condizioni dei residenti, caso per caso? Ricordiamo al Sindaco e alla città che già nel 2010 ci fu una proposta consiliare a firma degli allora consiglieri Franco Colonna e Giuseppe Bernardi in merito a pagamenti degli affitti e calcoli ponderali per determinare gli stessi.

Tutto ciò non fu voluto dal Sindaco e dalla sua Giunta. Oggi paghiamo le conseguenze di una cattiva gestione della “cosa pubblica”. In conclusione, data la portata delle contestazioni che gli vengono mosse, consigliamo a Massimo Cialente di riflettere molto bene sulla sua annunciata scelta di rinuncia alla propria difesa nel procedimento in oggetto.


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