"Luigi Tenco Non si è Suicidato", un'Organizzazione Criminale Utilizzava gli Artisti Come corrieri

19 Febbraio 2015   09:40  

ROMA - Nel gennaio del 1967 si è celebrata la tragica edizione del Festival di Sanremo che avrebbe visto il suicidio di Luigi Tenco.

Il cantautore che a quel Festival portava una canzone difficile, "Ciao amore ciao", arrivò in riviera il 23 gennaio con un amico che scoprì che Tenco teneva con se una pistola.

L'amico testimoniò poi che il cantautore gli avrebbe detto che quell'arma fosse a scopo cautelativo, Tenco si sentiva vittima di un complotto, diceva che due auto avevano già cercato si speronarlo e farlo schiantare.

Così arriva a Sanremo in preda alla paura per la sua vita, per la sua canzone (che infatti fu eliminata subito) e per il rapporto con la compagna Dalila sempre più freddo.

In albergo prese la stanza 219, che divenne poi tristemente famosa come quella nella quale fu ritrovato morto "suicida" nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967.

Ufficialmente Luigi Tenco si toglie la vita con un colpo di pistola alla tempia destra nella sua stanza all’Hotel Savoy, ma sono ancora molte le incongruenze, le ombre e i silenzi.

Nessuno sente i rumori, il cadavere viene rimosso per poi essere riposizionato per le foto.

La pistola compare solo in un secondo momento, così come il biglietto famoso in cui attaccava la giuria del festival.

L'autopsia è stata fatta solo nel 2006 quando è stata riesumata la salma. Sulle mani nessuna traccia di polvere da sparo.

“L’inchiesta investigativa è stata condotta in maniera grossolana e confusionaria”, afferma Pasquale Ragone, criminologo e giornalista. Il sospetto è che all’epoca, qualcuno utilizzasse insospettabili artisti per agevolare lo scambio e il trasporto di informazioni da un Paese all’altro, aggirando i controlli con estrema semplicità.


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