Macera, Pdci: ''Incomprensibile la decisione di D’Alfonso''

"Incomprensibile la decisione di D’Alfonso. Revocare le dimissioni, ma affermare l’impossibilità a guidare l’Amministrazione per ragioni di salute. Il terremoto giudiziario che ha colpito la città di Pescara impone come unica scelta responsabile quella di consentire ai pescaresi di tornare a votare già nella prossima primavera. Di farlo, tuttavia, nella massima trasparenza e senza che ci siano retro-pensieri sulla reale volontà di tornare al voto. La revoca delle dimissioni di D’Alfonso non aiuta l’affermazione di un clima limpido e trasparente. Anzi, lo intorpidisce, lo rende meno decifrabile. Sono scelte come questa, al di là della loro rilevanza giudiziaria, che ripropongono come attualissimo il tema dell’etica della politica, della limpidezza dei comportamenti, un tema che acquista valore assoluto se riguarda chi si deve occupare del bene pubblico. La questione morale non è solo questione giudiziaria, è soprattutto questione politica, è etica dei comportamenti. Quello che è accaduto a Pescara non lascia spazio a scelte diverse: dimissioni del sindaco e nuove elezioni. In maniera limpida ed oltre ogni ipotetica responsabilità del Sindaco. Le dimissioni avrebbero consentito a D’Alfonso di affrontare la propria vicenda giudiziaria libero da ogni condizionamento. Ed avrebbero consentito alla città di affrontare l’imminente tornata elettorale fuori da un clima ulteriormente avvelenato da sospetti, pensieri cupi. Così non è stato. D’Alfonso non si è dimesso. Resta Sindaco, senza tuttavia essere in grado (per ragioni di salute) di esercitare la propria funzione. Si torna a votare per il rinnovo del Consiglio comunale. Forse. Un pasticcio che getta ombre su una fase della vita di Pescara già gravemente provata da quello che è accaduto. Nel ribadire la piena, totale fiducia nella Magistratura nel suo complesso, i Comunisti Italiani auspicano che, da qui alle elezioni l’intera vicenda giudiziaria possa essere chiarita e che D’Alfonso possa riuscire a dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli sono addebitati. Solo così potrà tornare in piena limpidezza all’impegno politico".