Mancini avvia indagini sui maltrattamenti nel Carcere di Castrogno

30 Ottobre 2009   15:26  
Sarà un' inchiesta della Magistratura a stabilire cosa sia accaduto all'interno del Carcere di Castrogno dopo un polverone alzato da un quotidiano locale a cui sono state fatte recapitare una lettera anonima e una registrazione audio in cui si parla di maltrattamenti di un detenuto ad opera del personale di Polizia Penitenziaria.

Alla registrazione del dialogo tra i due agenti del carcere di Castrogno, si aggiunge una lettera al direttore, anonima ma sedicente voce dei detenuti del carcere, nella quale tra l’altro si legge: "Qui qualsiasi cosa succede è colpa nostra ma questa volta non finirà così, e da troppo che sopportiamo, qui quelli maltrattati siamo noi ed anche in questa occasione abbiamo subito un pestaggio da parte di una guardia".

Nel dialogo riportato nell’articolo si parla di maltrattamenti ai danni dei detenuti in questi termini: «Non lo sai che ha menato al detenuto in sezione?». E l’altro: «Io non c’ero, non so nulla». Il tono di voce cresce: «Ma se lo sanno tutti?» Pochissimi secondi e poi: «In sezione un detenuto non si massacra, si massacra sotto». Lapidario. Sotto. Non in sezione. Un detenuto non si massacra. Anzi si, si può massacrare ma non in pubblico. «Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto…».

Nell’articolo si riferisce inoltre che, secondo fonti attendibili del giornale, una delle voci registrate apparterrebbe al Comandante di reparto degli agenti di Polizia Penitenziaria di Castrogno, Giovanni Luzi, mentre l’interlocutore sarebbe un sovrintendente che il giorno del presunto pestaggio del detenuto, sarebbe stato di turno come capo-posto, ossia come coordinatore delle quattro sezioni in cui sono ospitati i circa 400 detenuti.

Quanto al mittente del plico contenente la registrazione, l’autrice dell’articolo ipotizza che la lettera di accompagnamento alla registrazione non sia stata scritta da un detenuto, ma forse da un agente, in quanto per un carcerato sarebbe stato difficile far uscire dall’istituto un plico contenente un CD, tanto più se indirizzato al direttore di un giornale.

Alla luce del contenuto dell’articolo, e in considerazione degli articoli 13 e 27 della Costituzione, secondo i quali è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà e le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, il Sostituto Procuratore David Mancini ha disposto l'avvio delle Indagini con l'acquisizione del materiale.

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