Marineria allo stremo sotto palazzo di città, striscioni e fumogeni e poi l'incontro con Chiodi

Nonostante le rassicurazioni circa la prossima soluzione del dragaggio del porto canale, la soluzione resta alquanto problematica.

Il malcontento della Marineria pescarese, oltre al blocco temporaneo di corso Vittorio Emanuele, stamani ha portato la protesta dei lavoratori del porto sin sotto Palazzo di Città, sede del consiglio comunale.

I marittimi non hanno fatto ricorso a giri di parole per descrivere le cause del loro malcontento: "Siamo in cassaintegrazione da circa 8 mesi, e da 8 mesi circa 3000 famiglie sono in gravissima difficoltà", ha affermato un lavoratore, "perché nessuna delle istituzioni si é mai seriamente interessata alle esigenze della nostra categoria ed alla questione del dragaggio del porto canale, calpesando i diritti sanciti dalla Costituzione e la nostra dignità di lavoratori e padri di famiglia. Siamo ancora in attesa che partano i lavori di dragaggio per consentirci di riprendere l'attività, lavori che, tra l'altro, andrebbero svolti ogni anno".

Presente, per qualsiasi evenienza, anche reparti di polizia in assetto antisommossa, anche se la protesta si é svolta in un'atmosfera di assoluta civiltà.

"Non siamo stati noi a volere tale stato di cose, la cassaintegrazione sta diventando ormai insostenibile. E' giusto che quella parte delle istituzioni che ha sbagliato nella gestione della vicenda ora paghi", ha aggiunto Mimmo Grosso, rappresentante dei marittimi.

Più taqrdi, la Marineria ha poi chiesto ed ottenuto un confronto diretto nella sala del consiglio comunale con il sindaco Luigi Albore Mascia, il presidente della Regione Gianni Chiodi ed il suo omologo alla Provincia di Pescara Guerino Testa.

I rappresentanti delle istituzioni, che hanno detto di ritenere "del tutto legittima" la protesta della Marineria, hanno promesso di non lasciare nulla di intentato per far finalmente partire i lavori e quindi rispettare le scadenze previste.

Lorenzo Ciccarelli