Mario, gli aquilani non ti dimenticheranno
E' morto Mario Monicelli. Il regista è precipitato dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni, dove era ricoverato da qualche giorno. Nel reparto di urologia per un tumore alla prostata. Secondo fonti sanitarie, si sarebbe suicidato. Aveva 95 anni. Una vita intensa con un finale a sorpresa, come in una delle sue indimenticabili storie per il cinema.
E aveva il diritto di farlo, perché la sua vita, come la sua morte apparteneva solo a lui. Anche il padre Tommaso Monicelli noto giornalista e scrittore antifascista era morto suicida nel 1964.
E disse Mario Monicelli del suicidio del padre: '' Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro, anche a guerra finita, e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena. Il cadavere di mio padre l'ho trovato io. Verso le sei del mattino ho sentito un colpo di rivoltella, mi sono alzato e ho forzato la porta del bagno. Tra l'altro un bagno molto modesto.''
Mario Monicelli, padre della commedia all'italiana, Leone d'oro per la Grande Guerra e Leone d'Oro alla carriera, è stato l'ultimo grande del cinema del Novecento.
E tra gli intellettuali italiani è stato tra quelli più vicini agli aquilani dopo il terremoto. Ammirava in particolare il popolo delle carriole.
E, annoverabile forse nella schiatta degli ''abietti'' che hanno osato criticare l'impeccabile operato del governo qui a L'Aquila, secondo l'algida definizione del premier, Mario Monicelli ha partecipato come protagonista alla manifestazione del 20 novembre, organizzando interviste a personaggi del mondo della cultura, della scienza e dell'arte, da Corrado Augias a Margherita Hack ai fratelli Taviani, una lunga testimonianza video a più voci, proiettata a piazza Duomo.
"Voi dovete avere il coraggio non di restaurarla, ma di ricostruirla questa città – ha detto lo stesso Monicelli nel video - siete aquilani, porca miseria, siete abruzzesi. E fatelo no!" Lo faremo, Mario, lo faremo anche per te.
