Matteoli a Pescara prova a rimettere insieme i cocci del Pdl

05 Ottobre 2010   12:43  

Il Ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli nel tardo pomeriggio di ieri a Pescara è stato ospite in un convegno dal titolo “Governare il territorio: il PDL per le infrastrutture e la ripresa economica”. Un appuntamento fissato già prima dell’estate come lui stesso ha precisato in conferenza stampa ai giornalisti e nell’auditorium Petruzzi dove si erano radunati i fedelissimi del partito di Berlusconi. Ma l’atmosfera già all’esterno faceva presagire che gli argomenti sarebbero stati altri. Tra i volti noti e le massime cariche della politica regionale e locale facevano capolino anche i dissidenti del PDL montesilvanese che non pochi problemi hanno creato negli ultimi giorni al partito come se non bastassero quelli con la giustizia.
L’incontro con il Ministro è stata un’occasione per rimettere insieme i cocci di più situazioni difficili che vedono Il Popolo delle Libertà abruzzese sgretolarsi per un processo di revisione interna più che per vicende esterne imputabili alla magistratura. I ribelli vengono chiamati a rapporto dal senatore Fabrizio di Stefano, vice coordinatore regionale, che sembra abbia intimato loro di rientrare nei ranghi e fare quadrato intorno al sindaco Cordoma. Si attendeva anche Filippo Piccone che è arrivato in chiusura a causa di un imprevisto e che sul caso Montesilvano ai pochi rimasti ha ribadito con fermezza il concetto. Finita la conferenza stampa il Ministro Matteoli, il Governatore Gianni Chiodi, il senatore Di Stefano introdotti dal consigliere regionale Gianfranco Giuliante, capogruppo del PDL, danno inizio ai lavori in sala. Il primo intervento del senatore Di Stefano tocca subito due temi caldi che lo riguardano da vicino e riguardano il partito: le inchieste portate avanti dalla Procura di Pescara che lo vedono coinvolto insieme ad altri esponenti PDL e il nodo dei finiani. In entrambi i casi determinati i chiarimenti ai suoi elettori ma altrettanto chiare, pur se implicite, le accuse a chi tenta di sovvertire con altri mezzi l’ordine decretato dalle urne. Il Governatore Chiodi, piuttosto provato anche per una indisposizione fisica, sulla stessa lunghezza d’onda polemizza sulle pesanti strumentalizzazioni di cui è oggetto da parte delle opposizioni ma si dichiara fiducioso dell’esito positivo delle indagini, confermando la sua piena stima agli indagati e sottolineando, a latere, una sproporzione tra il numero degli arresti e gli effettivi processi, che solo in parte potranno ridare dignità a quelli che loro malgrado ne sono stati protagonisti. Ribadisce i successi amministrativi ottenuti in 20 mesi del suo mandato nonostante i gravi problemi che si sono presentati già all’indomani del suo insediamento, in parte ereditati dalle passate amministrazioni come il pesante deficit sanitario, in parte dovuti alla mordente crisi economica e non da ultimo al terribile sisma dell’aprile 2009. Non manca al  termine del suo intervento un affondo sui finiani, forse il primo così netto e lapidario: “Ci sono dei tradimenti in politica giudicati necessari ed etici. Non è questo il caso.”
“Sono certo che riusciranno a chiarire la loro posizione". E’ quanto ha detto il Ministro Matteoli in merito agli "amici che hanno ricevuto un avviso di garanzia" nell'ambito delle indagini su rifiuti e Abruzzo Engineering. Matteoli ha commentato che "l'avviso di garanzia purtroppo in questi anni non ha rispecchiato i motivi per cui fu approvato in Parlamento. E’ stato istituito come garanzia nei confronti dell'imputato e invece e' diventato una condanna nei confronti di colui che e' solo indagato".  Volendo poi fare chiarezza sulla situazione interna al PDL a livello nazionale, ricostruisce le tappe salienti che hanno portato i due più grandi partiti di centrodestra a fondersi nel partito unico, di cui egli è stato diretto testimone. Nessuna novità: già dalle prime battute, se pur con garbo, l’attacco al presidente della Camera dei Deputati è palese, definito come “un pastore al quale non va mai bene il presepe…”. Da qui il riferimento sarcastico agli attuali esponenti abruzzesi della corrente finiana è d’obbligo; in primis, anche se il suo nome non viene fatto, al vicepresidente della giunta regionale Alfredo Castiglione. Riguardo al voto anticipato Matteoli conferma che non accetteranno nessuna imposizione da parte dei finiani, dai quali si aspetta il voto favorevole sulla riforma della giustizia, in caso contrario è il PDL che chiederà di tornare alle elezioni. In chiusura, in poche battute, si affrontano i temi inerenti le infrastrutture in Abruzzo: “i termovalorizzatori sono indispensabili per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti, qui come su tutto il territorio nazionale, altrimenti si riproporranno situazioni di emergenza come a Napoli”.

(CF)


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