Mazzette e viaggi all'estero per la prescrizione dei prodotti, nei guai rappresentanti e medici
Il femomeno potrebbe essere esteso anche a livello nazionale
La concorrenza, anche tra le case farmaceutiche, è come noto assai agguerrita, al punto da essere da molti interpretata e vissuta come una vera e propria guerra, in cui tutto sembra lecito.
Nella realtà, ovviamente, le cose non stanno proprio così, anche se le indagini recentemente eseguite dalla Procura di Chieti indicano come il fenomeno della corruzione quale "strategia commerciale" sia una prassi purtroppo consolidata nell'ambito sanitario e farmaceutico.
L'inchiesta è partita dalla vicenda che ha visto protagonisti quattro informatori medici (Luigi Leccese, Mario D'Errico e Gabriele Bellia della Dicofarm ed Antonio De Panfilis della Mellin) da una parte e, dall'altra, dieci medici già denunciati, tra cui due noti pediatri operanti rispettivamente presso gli ospedali di Pescara ed Atri.
Secondo l'accusa, i medici avrebbero accettato tangenti e viaggi all'estero in cambio della prescrizione di prodotti di determinate marche "amiche", in particolare latte in polvere per neonati. Al riguardo, sarebbero diverse le registrazioni compromettenti effettuate dalle forze dell'ordine, nelle quali emergerebbe anche il timore dei quattro rappresentanti di essere intercettati.
Almeno in un caso, la tangente pagata dai quattro informatori medici sarebbe ammontata a circa 10.000 euro. Oltre ad essa, sono documentati altri 4.000 euro per viaggi, 2.000 per uno stand mai montato ed altri 4.000 solo promessi.
"Il prezzo della corruzione veniva sostanzialmente offerto in due modalità" - ha spiegato il magistrato titolare dell'inchiesta - "o consentendo al medico corrotto di utilizzare somme messe a sua disposizione per soddisfare esigenze personal, oppure simulando il versamento di contributi apparentemente leciti per convegni o onlus".
La questione, però, valicherebbe i confini abruzzesi: secondo il gip, infatti, "il fenomeno corruttivo emerso coinvolge il sistema sanitario nazionale in larga scala, poiché sono venuti alla luce rapporti di natura illecita in vari presìdi ospedalieri operanti in diverse regioni".
