Medici, portate a L'Aquila la struttura del G8

Terremoto

11 Aprile 2009   19:22  

(dell'inviato Giancarlo Graziosi) (ANSA) - Nell'Abruzzo aquilano si comincia a superare la fase dell'emergenza e ad avviare quella della riorganizzazione e della ricostruzione. E L'Aquila riparte innanzitutto dalla sanità. E' pienamente operativo, da oggi, l'ospedale da campo allestito dinanzi alle strutture del San Salvatore, dichiarate inagibili dopo il violento terremoto di domenica notte. Ora tutto funziona per gestire le emergenze, ma la situazione non potrà reggere per molto: due o tre mesi al massimo. Poi l'approssimarsi dell'inverno imporrà soluzioni più adeguate. Di qui la proposta, avanzata alla Protezione Civile, di destinare alla città dell'Aquila, dopo il G8, la struttura sanitaria che si sta allestendo per il vertice della Maddalena. "Attualmente, nell'ospedale da campo - spiega Rosario Chiarenza, funzionario del dipartimento della Protezione Civile - funzionano una sala operatoria per le sole emergenze (ieri c'é stato anche un parto cesareo) e alcuni reparti, per una capienza, al momento, di una ottantina di posti letto che crescerà ulteriormente nei prossimi giorni. Ci sono anche una tac mobile e un reparto di radiologia da campo. Tra poche settimane - conclude - speriamo di replicare, anche se con numeri più modesti, l'ospedale che abbiamo dovuto abbandonare". Ma, nonostante l'emergenza, c'é anche qualche piccolo miracolo tra le tende dell'ospedale da campo dell'Aquila. E' il caso del reparto di dialisi, messo in piedi a soli tre giorni dal terremoto che ha devastato il San Salvatore. "Lo abbiamo tirato su in due giorni - racconta il primario, Stefano Stuard - grazie alle attrezzature che abbiamo recuperato nel vecchio reparto, quelle messe a disposizione dalla Protezione Civile e al circuito di dialisi che ci è stato fornito da una ditta tedesca". Ora, la tenda ospita dieci posti letto, rispetto ai 27 originari. "E' lo standard di un ospedale di media grandezza", fa notare il primario. "Questo piccolo miracolo - conclude -, realizzato grazie all'abnegazione di tutti, ci permette di assistere qui tutti i dializzati che sono ospitati nelle tendopoli a ridosso della città, mentre gli altri, alloggiati sulla costa, li abbiamo indirizzati alle strutture sanitarie di riferimento in quelle zone, coprendo così tutte le emergenze che il sisma ci aveva determinato". Ma la situazione generale dell'ospedale da campo, in ogni caso, non potrà reggere oltre l'estate. "Adesso è quasi tutto a posto e tra poche settimane avremo una piena funzionalità, ma L'Aquila - sottolinea il direttore generale della Asl, Roberto Marzetti - è una città molto fredda e già da settembre ci sarà impossibile tenere i malati sotto le tende". L'ospedale da campo che si sta allestendo per il G8 della Maddalena "soddisferebbe in pieno le nostre esigenze e ci consentirebbe di attendere con relativa tranquillità, anche per due o tre anni, la ristrutturazione degli edifici esistenti, se saranno giudicati idonei, o, in caso contrario, la costruzione di un nuovo ospedale". Il direttore generale è fiducioso che la vecchia struttura possa essere "almeno in parte recuperata". Di diverso avviso Sabrina Cicogna, cardiologa, segretaria della locale Cisl medici. "Il luogo non è idoneo. Qui - sostiene - siamo sopra otto metri di fango. Noi chiediamo subito la nomina di un commissario ad acta, di larghissima esperienza nel campo sanitario, che provveda ad individuare una nuova area dove far sorgere l'ospedale. La Francia si è detta disponibile a prendersi in carico la costruzione di una nuova struttura, e loro sanno farlo molto meglio di noi. Che cosa si aspetta?".

 


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