Metro: persi i 12 milioni di euro concessi dal governo Prodi

Ora è necessario trovare nuove risorse

30 Maggio 2008   11:41  

Un'immagine che si perde oramai nella notte dei tempi: quella del ministro Lunardi che inaugurava la posa della prima pietra della metropolitana di superficie, con al suo fianco un impettito e raggiante sindaco Biagio Tempesta. Sono passati molti anni, sono cambiati ministri e e amministrazioni, ma la metro, o meglio le sue rotaie e tralicci, stanno ancora lì ad arrugginire. Oggi arriva un'altra mazzata: il ministro Tremonti ha tagliato i 12 milioni di euro previsti dalla finanziaria proprio per completare l'opera, al fine di rastrellare risorse per compensare la cancellazione dell'Ici. Questi soldi erano ancora sulla carta, e soprattutto nessuno sapeva bene cosa farne, perchè ad esempio c'è buio fitto sul percorso, su come stendere le rotaie senza paralizzare il traffico della città e dare un minimo di senso ad un opera che ora appare davvero a tutti inutile e costosissima. Un altro stop, dunque, per il Sindaco Cialente, che già si era visto recapitare una lettera dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Soprintendenza, che ribadiva il fatto che su Via Roma la metro non può passare. La sensazione è che in questi mesi di amministrazione della Giunta Cialente, si sia perso troppo tempo a pensare a quali dovessero essere i percorsi alternativi, piuttosto che preoccuparsi realmente di trovare una soluzione concreta, a quest'opera faraonica, per le casse del Comune dell'Aquila. Arrivati a questo, sembra inutile piangere sul latte versato; gli errori ci sono stati, ma ora è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e di trovare nuove soluzioni, a cominciare da un nuovo progetto fino a trovare un enorme tesoretto che permetta la realizzazione dell'opera. Senza dimenticare, forse il problema più grande di tutta la vicenda, i debiti arretrati ed i danni da pagare alla CGRT. Iannini, infatti, se finora è rimasto in disparte, c'è da scommettere che ben presto andrà a batter cassa fuori Palazzo Margherita. Il costruttore, vuole i soldi delle riserve milionarie, e se il Comune, come già risaputo sull'orlo della bancarotta, dovesse pagare tutti i debiti, si ritroverebbe sul lastrico, rischiando così il commissariamento.

(VE)



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