"Mi volevano uccidere". Il racconto shock della stuprata a Pizzoli

17 Febbraio 2012   18:03  

"Ho capito che potevo morire. Quelli mi volevano uccidere". Cosi' la studentessa di Tivoli (Roma) si e' confidata alla madre, dopo aver subito sabato notte al di fuori della discoteca "Guernica" di Pizzoli (L'Aquila) una "brutale" violenza sessuale che la vede ancora ricoverata nel reparto di ginecologia del "San Salvatore" dell'Aquila dopo aver subito un delicato intervento chirurgico nelle parti intime.

La conferma della dichiarazione e' arrivata dall'avvocato Enrico Maria Gallinaro che assiste la ragazza "dall'orribile vicenda che l'ha fatta diventare un oggetto. La natura e la gravita' delle lesioni riportate dalla giovane rendono il quadro indiziario estremamente grave. La mia assistita e' stata abbandonata semi nuda e gravemente ferita, alle tre del mattino, in un parcheggio, nella neve e nel ghiaccio. E' stato un miracolo che si sia riuscita a salvare. Le lesioni riportare - ha aggiunto all'AGI il penalista romano - sono gravissime e sono ovviamente documentate. La priorita' in questo momento e' nel recupero psicofisico della mia assistita, dopo viene il resto. Confidiamo nel rispetto di tutti, nel buon operato della magistratura". 

Dei quattro giovani, iscritti nel registro degli indagati, tre - due campani e un aquilano - sono militari volontari, di stanza al 33esimo reggimento artiglieria Acqui; e', inoltre, indagata una ragazza, amica del militare aquilano. La posizione piu' grave appare quella del giovane militare originario della provincia di Avellino, bloccato, con la camicia e una mano sporche di sangue, dal gestore del locale e dai buttafuori subito dopo che era stata notata, fuori dalla discoteca, la giovane studentessa svenuta in mezzo alla neve e insanguinata. Il militare era in macchina con i due commilitoni e con la giovane donna. Le deposizioni rese ai carabinieri del comando provinciale dell'Aquila, presentano parecchie contraddizioni e propongono circostante ritenute non vere. In particolare, il giovane militare sul quale gravano i maggiori sospetti ha prima negato e poi ammesso il rapporto sessuale, che, tuttavia - ha detto - era consenziente. Ancora da valutare la posizione dell'amica del cuore della studentessa, ascoltata ieri, che era andata via dalla discoteca un'ora prima.

SI AGGRAVA POSIZIONE DEL MILITARE INDIZIATO 

Si aggrava la posizione di uno dei quattro giovani iscritti sul registro degli indagati nell'ambito del "selvaggio" caso di stupro, avvenuto sabato notte ai danni di una studentessa universitaria di Tivoli (Roma) fuori la discoteca "Guernica" di Pizzoli (L'Aquila). Si tratta del giovane di 21 anni di Avellino, militare in ferma breve (Vfb) del 33/Esimo reggimento artiglieria terrestre "Acqui" dell'Aquila.

Infatti gli esami di laboratorio dei Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Roma hanno evidenziato che appartengono alla ragazza sangue e tracce biologiche rinvenute su camicia, mano e braccialetto del polso del militare.

Il giovane fin dall'inizio e' stato il maggiore sospettato dello stupro, essendo stato bloccato con la camicia e la mano sporche di sangue subito dopo il ritrovamento della giovane, svenuta tra la neve in una pozza di sangue al di fuori della discoteca. Stamattina gli altri due commilitoni (uno di Avellino l'altro dell'Aquila) sempre del 33/Esimo reggimento, sono stati nuovamente sentiti dal pm titolare dell'inchiesta, David Mancini per chiarire alcuni passaggi della loro iniziale deposizione, ritenuta discordante. I due sostanzialmente hanno ribadito di non avere avuto a che fare con la brutale aggressione della giovane studentessa universitaria.

Infine stamane e' stata dissequestrata l'auto del giovane militare aquilano sulla quale sono state rinvenute tracce di sangue e biologiche. Proprio nell'autovettura, i quattro giovani erano stati bloccati subito dopo il ritrovamento della ragazza.


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